Dopo giorni di annunci meteo, finalmente è arrivata la pioggia. Questa mattina mi sono svegliata con un cielo grigio e nuvoloso, il vento soffiava e faceva sbattere le tapparelle di casa e l'umidità era già entrata nelle stanze. Le temperature sono intorno ai 5-6 °C e io non sono riuscita mettere il naso fuori casa; certo, non è una giornata fatta per uscite, eccetto per quelle necessarie, ma io ne ho davvero necessità. Dopo due settimane di inattività a causa dell'influenza, le gambe sono diventate rigide e prive di forza e uscire con la pioggia non mi spaventa: la giornata non è poi così tremenda. C'è tanto vento e poca pioggia e io vorrei che bagnasse di più. In questi giorni i colombi sono stati molto attivi ed il balcone è lordo, per questo vorrei una pioggia più abbondante che mi lavasse il balcone e lo mondasse da tutti quegli escrementi. Eppure, sembra che voglia già smettere. In televisione si parla tanto di siccità e vengono mostrati fiumi e laghi quasi in secca, è un problema che sembra non avere soluzione; la pioggia che scende non è sufficiente a colmare questa enorme lacuna. Poiché non fa tanto freddo la caldaia di casa sta lavorando di meno e i termosifoni sono tiepidi, in casa non è freddo è solo leggermente umido. L'inverno è agli sgoccioli e nel giardinetto condominiale sono spuntate le prime pratoline: sta arrivando la primavera. Tra un po' sarà il momento di fare qualche cambio nell'armadio, ma non sono sicura che sia ancora opportuno; l'esperienza mi ha insegnato che questo nuovo clima è bizzarro e presenta imprevisti anche quando sembra che sia arrivato il bel tempo.
Queste due settimane di malattia hanno evidenziato un problema che spesso viene trascurato o semplicemente ignorato in quanto troppo doloroso per essere affrontato. Mi sto riferendo alla mia difficoltà di fare le scale. Vivo in un piccolo condominio senza ascensore e abitando al terzo piano sta diventando complicato uscire di casa, anche perché io sono invalida. Quando ero venuta ad abitare in questo edificio ero molto, ma molto più giovane e soprattutto in buona salute e facevo le rampe senza fatica. Certo non potevo immaginare che la vita mi rendesse così e adesso sta diventando complicato salire e scendere. Ci sono momenti in cui sto bene e le scale non sono un problema, anzi sono un salutare esercizio ginnico; però, basta un minimo, come in questo caso un'influenza che mi ha costretto all'inattività per due settimane, per ribaltare la situazione ed avere un problema. Pensando su una lunga distanza non vedo certo miglioramenti fisici, vedo solo un acuire della mia situazione legato al degrado dell'età. Io prendo come paragone i miei vicini di pianerottolo, ormai quasi sull'ottantina e in buona salute, anche loro cominciano a faticare quando salgono e scendono le scale e vorrebbero l'ascensore. Purtroppo l'installazione di un ascensore non è possible a causa dell'architettura della casa e nel mio caso specifico l'unica soluzione è il trasferimento. Credo che il solo parlarne sia un vero e proprio trauma. Lasciare tutto dopo 35 anni di permanenza è estremamente difficile, però considerato il fatto è da prendere in considerazione. Sono giorni bui. L'impossibilità di ristrutturare la casa di campagna e la probabilità di venderla, unite ad un eventuale trasferimento dalla casa di residenza ci stanno stremando. Non so, al momento mi sembra di dover affrontare una catastrofe.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.