Benvenuti/Welcome in Sogni senza Tempo

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mercoledì 1 agosto 2018

Un'ondata di calore

La temuta ondata di  calore è  arrivata e neanche tanto improvvisa; si è preannunciata già dal mattino di  qualche giorno  fa, con i termometri che rischiavano di  spaccarsi. Ieri, mentre viaggiavo in macchina, non appena incontravo un termometro appeso su  qualche muro, tipo quelli dei supermercati che ti  dicono  anche giorno e ora, cercavo  di leggere la temperatura per vedere fino  a che punto era salita. Dai confortanti, si  fa per dire, 36°C si arrivava fino  ai  41°C e io, chiusa nell'abitacolo, con l'aria condizionata accesa, speravo  che la strada diventasse il più  lunga possibile per ritardare il momento della discesa. Sono  giornate terribili e la televisione ha comunicato che il caldo  durerà per un'intera settimana, raggiungendo picchi  critici. Per me significa dover rinunciare alle mie passeggiate e limitare le uscite solo per impegni  e necessità impreviste. Io non riesco  a tollerare il caldo, mi  sembra di  soffocare e sudo in maniera assurda, con i  rivoli che mi  scendono  sulla faccia. E' il periodo in cui, anche se ti lavi, ti sembra di  non esserti lavato da giorni perché  appena uscito dalla doccia dovresti  già  rientrarci. Il mio dramma sono i  capelli: li lavo e non  li asciugo perché non resisto  a stare sotto il phon, cioè  lo accendo solo per togliere quell'eccesso  di umidità e poi li  lascio asciugare all'aria. La cosa peggiore, però è  che non riesco  a farli  stare in piega; è inutile passare mezz'ora a stirarli  con la piastra, tanta fatica e tempo poi il sudore rovina qualsiasi piega, così di  solito in estate io ho sempre il "look Maga Magò". A  fine primavera avevo  realizzato un taglio corto sfumato, con la speranza di  acconciarlo  facilmente all'arrivo  dell'estate, e invece adesso sembro solo più personaggio  manga. Se la pettinatura è una "mission impossible" il trucco non è  da meno. D'estate proprio non riesco  a truccarmi. Quest'anno ho cambiato cosmetici  ed ho acquistato un fondotinta con una texture molto  leggera, che copre le imperfezioni senza appesantire la pelle, ed una cipria simile che completa il maquillage, ma adesso è impossibile usarli. Se metto il fondotinta mi  sembra che la pelle non respiri  e il sudore lo  lava via, se uso la cipria, pur essendo più leggera, sparisce ugualmente: insomma, c'è il rischio  effetto "maschera di  carnevale". Il trucco  degli occhi è un altro problema; nessun ombretto regge a lungo, meglio una linea sottile con la matita sulla rima superiore della palpebra e un po' di mascara, poco  anche quello se no impasta le ciglia. E il rossetto? Non sopporto nemmeno  quello, ma lo  metto ugualmente, appena un velo, altrimenti le labbra si inaridiscono con il sole. Preferibilmente uso i gloss, il loro lucido  si  abbina al  sudore della faccia,  o i rossetti chiari che, anche se sbavano o spariscono, non fanno sembrare il viso  come se il trucco  fosse lasciato a metà. Ormai  ho preso l'abitudine a non truccarmi, ma mi secca tanto, specie se devo uscire per impegni importanti; non sopporto avere un aspetto scialbo. Purtroppo il sudore rovina qualsiasi trucco e non c'è  prodotto che tenga ai  rivoli gocciolanti  sulla fronte e sulle tempie: tutto di  scioglie come neve al sole. Paragone inadatto, visto che siamo  d'estate.

Sono  riuscita nuovamente a trascorre due giorni  nella mia casa di  campagna e, anche se le temperature erano torride, ho goduto  di un po'  di pace e tranquillità. Finalmente ho potuto  occuparmi ancora una volta del mio  roseto che, dopo la potatura della mia precedente visita, mi ha regalato un'esplosione di  fiori ... secchi. Eh sì, quando  sono arrivata nel mio giardino  le rose erano già  tutte seccate e così ho  dovuto  di  nuovo  rimuovere i fiori  secchi e bagnarle abbondantemente. So già che appena andata via tutti i  boccioli chiusi  si  apriranno e ne verranno  fuori  di nuovi, ma io purtroppo non sarò lì  a vederli. Sono riuscita fotografare ben poco  delle mie rose e avrei  voluto tanto fotografare quelle bianche, ma al momento non c'era nemmeno un bocciolo  aperto. Spero nella prossima volta.



L'estate non è certo il momento dei  fiori ma i vasi  sono rigogliosi e mi  auguro  sopravvivano  all'ondata di  caldo  di  questi  giorni. Li ho  fotografati sulla scala che porta al  fondo  del giardino e quando  dico  fondo intendo  proprio  quello, perché oltre non si  va: il giardino è piccolo. E' un posto abbastanza riparato e fortunatamente si  sono adattati bene, anche se la scala di  cemento con il sole diventa caldissima e irradia calore. Generalmente ho paura a scenderla, in quanto l'anno scorso avevo  visto una biscia che ci  strisciava vicino  e mi  sono  spaventata a morte, da allora sto  solo  sulla cima e guardo  dall'alto, tanto i vasi li  bagno  con la pompa.


E' il primo  anno che riesco a fotografare i  frutti  del mio  acero. Non saprei  dire se la loro  presenza è legata al periodo  giusto di maturazione o se invece precedentemente non erano presenti in quanto la pianta era troppo  giovane, ma loro  gradevole vista meritava di  essere immortalata. Ho sempre apprezzato questa pianta e spero  che diventi  alta ed ombrosa, ha una foglia di  aspetto  piacevole ed è l'unica pianta da ombra che ho in tutto il giardino.


 I miei alberi  da frutta in questo periodo sono carichi di  frutti acerbi e mi auguro tra un po' di  riuscire a raccogliere qualcosa. Purtroppo i  frutti come ho  detto debbono ancora maturare, questione di  qualche settimana, ma il caldo eccessivo  potrebbe rovinarli, cosicché, al momento opportuno,  potrebbero  essere marci o toccati  dagli insetti. E' un'eventualità  che è  già  successa negli anni passati; la siccità fa sì  che insetti ed uccelli cerchino sollievo nei  frutti in quanto non c'è  acqua in giro; in questo modo, però, il raccolto resta compromesso, tanto che mi è capitato di non poter raccogliere niente e di  ritrovarmi  con le piante pulite. In questo momento la cosa si  sta verificando soprattutto con le piante da fico: i fichi  neri  sono praticamente spariti, mangiati da uccelli, vespe e calabroni; ho ancora qualche speranza con i fichi  bianchi, ma il ronzio che ho riscontrato sulla pianta non preannuncia niente di  buono.
Quest'anno il mio papà ha provato  di nuovo  a fare un po'  di orto e sono  riuscita a fotografare una bella pianta di  zucchini, che spero sia producente. Tutti gli  anni  ci prova, ma la siccità rovina ogni  tentativo e la fatica fatta diventa deludente; questo clima così arido sta cambiando  completamente la campagna, impedendo  alle coltivazioni di prosperare. Persino  negli orti in cui  si  bagna regolarmente il caldo  brucia gli ortaggi. Anche l'arrivo  di  specie non autoctone, in particolar modo insetti, unito al clima sfavorevole è stato devastante. Intorno  a me era pieno  di  vigneti, che nel  tempo sono stati interamente distrutti  da parassiti provenienti  dall'estero, ora c'è solo un terribile incolto che ha fatto sparire anche le nostre piante.




L'ultimo sguardo  al mio giardino va all'angolo  di  sottobosco, che si è  sviluppato naturalmente ed è costituito da fragole selvatiche ed alchechengi. Non ho mai voluto alterare questo minuscolo microcosmo, che ricorda i boschi  che circondano il mio  appezzamento; in questa stagione produce frutti belli  e buoni ed è l'angolo più selvatico che ci sia tra tante coltivazioni. Si è formato sotto l'albero di  fico e il nocciolo e ogni  anno prospera incontaminato, senza mai  estendersi oltre e rinnovandosi  semplicemente nel  suo piccolo. E' un posto  fresco e sarebbe anche gradevole starci  vicino, se non ci  fossero  gli insetti ronzanti  che si posano sui  fichi e ti svolazzano intorno appena ti  chini  a fotografarlo. Un rapido  scatto e via, prima che la vespa di turno  si  sia accorta della mia presenza.



L'ultima foto che chiude questa esposizione è  dedicata al mio nuovo melo che, per la prima volta, sta dando  frutti. Nel mio piccolo  giardino  c'era già una pianta di mele, ma adesso è  troppo  vecchia ed quasi  tutta secca, probabilmente quest'autunno  verrà  tagliata perché è diventata un ricettacolo  di  calabroni. Mi dispiace tantissimo tagliarla, quel melo era una qualità  antica che adesso non esiste più; produceva mele per l'inverno, piccolissime, dure, ma saporitissime. Per anni ha prodotto ceste di  mele e adesso sta terminando la sua fase vegetativa. Nel mio  giardino  c'erano molte piante vecchie e adesso  sono  morte e sono state abbattute; ho  ancora fatto in tempo a vederle: raccontavano la storia di  quel piccolo  fazzoletto di  terra. Il mio papà le ha rimpiazzate poco  alla volta, ma non è la stessa cosa: è una altra fase della storia. Il cambiamento del  clima è stato decisivo  sui vecchi  alberi e ne ha determinato la scomparsa, ma io non sono sicura che i nuovi  rimpiazzi siano altrettanto  resistenti. Le giovani piante spesso muoiono prima ancora di aver superato qualche anno  di  vita e si  dimostrano più resistenti le piante che non hanno specifica utilità; di  questo passo sarà  difficile trovare piante alimentari: o ci  adattiamo a mangiare piante tossiche o non viviamo.


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