Benvenuti/Welcome in Sogni senza Tempo

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domenica 23 settembre 2018

Una settimana lunga e pesante

Era chiaro che non appena sarebbero  finite le vacanze tutto sarebbe ritornato alla solita quotidianità, infatti la mia  agenda aveva iniziato a riempirsi  di impegni, ma io pronta a ripartire. Ma non così in fretta :$  Effettivamente ho avuto una settimana così pressante, tra impegni  ed imprevisti, che mi sembrava non dovesse finire mai. Tra le cose che ho  dovuto evadere c'è stato anche un evento importante, che ha regalato un po' di piacevolezza nel marasma degli impegni: i 60 anni  di  matrimonio dei miei genitori. Per i soliti motivi  legati a salute, impegni  ed imprevisti i miei genitori non avevano potuto festeggiare le nozze d'oro, per cui  avevano deciso  che avrebbero  rimandato e la festa e così, di  anno in anno, sono  finiti ai 60 anni. Questa volta, però, doveva esserci una festa, con tanto di invito al ristorante e riunione della famiglia, ma le cose anche questa volta non sono andate come immaginato. I problemi dei miei  genitori  e quelli personali hanno impedito  di organizzare i festeggiamenti previsti; infatti, proprio in quei giorni, mio papà doveva fare visite mediche importanti e io avevo  avevo una caterva di incombenze da sbrigare. A quel  punto, la mia mamma si è sentita sconfortata per non poter realizzare quello  che voleva e, per evitare che l'anniversario naufragasse, ho deciso di ritagliare uno spazio giusto in quella settimana bollente ed ho organizzato un piccolo  pranzo nella mia casa di  campagna. Purtroppo, i miei  figli erano entrambi  assenti causa la programmazione last minute, che ha impedito loro di organizzarsi e partecipare. Ammetto che nel  complesso non è  stato quello che i miei  genitori avevano in progetto, ma come si  fa ad allestire un evento in così poco  tempo, specie se gli imprevisti e la salute si  mettono  di mezzo? Alla fine tutto è andato  bene e io non riesco  ancora a capacitarmi di come sia riuscita ad incastrare impegni e festicciola, tutto in una settimana così  caotica. Col passare degli  anni mi  rendo  conto che sto  diventando  sempre più lenta e meno  reattiva, per cui, se non ho una chiara ed adeguata pianificazione, fatico  a gestire gli imprevisti ed entro subito in panico. Per questo motivo  mi domando  come questa volta sia riuscita a gestire ed improvvisare tutto.
Non che le settimane a venire siano meno  cariche di  questa appena trascorsa, ma brontolare e sfogarsi un po' fa sempre bene. A quanto pare, è  nella natura umana lamentarsi  della fatica quotidiana; lo facciamo  da generazioni e io sto facendo la mai parte: non ho  certo intenzione di interrompere la tradizione :D

L'autunno è  arrivato; con le sue stranezze meteorologiche ci fa pensare ancora all'estate, anche se  quella porta è  chiusa da giorni. I pomeriggi sono ancora caldi  e soleggiati e le foglie degli alberi  ancora verdi; tutto  fa pensare ad un'anomala primavera più che alla stagione che prelude al  riposo. Nella mia casa di  campagna ho trovato le mie rose ancora fiorite e con i  boccioli, il melo carico  di pomi  da raccogliere e l'erba del praticello da tagliare; nulla sembrava far pensare all'autunno, eccetto alcuni  rami secchi che raccontano la vecchiaia delle mie piante e che potevano essere scambiati per un segno stagionale. E' vero, nonostante il mio papà abbia messo nuovi  alberi, il nocciolo e le piante di  fico sono ormai  troppo anziane e la loro età spicca tra i nuovi  acquisti. L'autunno farà presto cadere le foglie e il mesto pensiero di  rivederli ancora vegeti la prossima primavera è sempre più evidente, tanto che mi  chiedo che cosa farò se quegli alberi  seccassero per davvero. La prima cosa da fare, ovviamente, sarà abbatterli  e farne legna da ardere per il camino, ma come compenserò la loro  mancanza? Quei vecchi  alberi raccontano la vita del giardino e il ricordo  dei miei suoceri, la loro  perdita e sostituzione preluderebbero al conseguente cambiamento e al passaggio generazionale; sarà anche un ciclo biologico, ma come è  triste vederli  spegnersi. L'autunno ci  racconta di un riposo che terminerà  con un risveglio, ma non sempre è  così per tutte le piante. L'inverno può determinare la fine per alcune di loro e la primavera non sarà certo una rinascita. In questo ciclo  della natura io, invece di pensare alla desolazione in arrivo, cerco  di  godermi gli aspetti visivi più eclatanti e, mentre la stagione continua con le sue bizzarrie climatiche, penso al mio  giardino, tranquillo e solitario, mentre io me ne sto lontana in faccende. Tutto ciò è così pacificante.

Non è stata una settimana semplice e tra le tante cose che sono  successe c'è  stato un episodio che mi ha scossa notevolmente: l'incontro  con il chirurgo che forse mi opererà. Sapevo  che i  calcoli alla colecisti non potevano  essere curati, ma incontrare in così  breve tempo, dopo la consapevolezza del mio stato, il medico  che fa questo  tipo  di operazione mi  messa in subbuglio. Ammetto di  essere una persona impressionabile, ansiosa e paurosa e trattare l'argomento in dettaglio ha reso  sempre più concreto un evento  che considero estremamente spiacevole e che vorrei  fosse lontano  nel  tempo. Al contrario, tra breve, ci  sarà la programmazione. Anche se questo tipo di intervento, fatto nelle migliori  condizioni  fisiche, è considerato di  routine e semplice, è comunque un'operazione e come tale richiede pure un'anestesia totale. Al momento io sono  completamente terrorizzata e, pur avendo  ottenuto  tutte le informazioni e rassicurazioni possibili a riguardo, io continuo a pensarci  sopra sgradevolmente. Col trascorrere del  tempo, invece di  essere diventa più razionale e calma, sono diventata ancora più ansiosa e fifona. Mi rendo  conto che devo  affrontare un ricovero, un esame del  sangue e poi ... l'operazione e che tutto, dato che sono nelle condizioni ottimali per farlo, durerà pochi  giorni;  io, comunque, fosse possibile, vorrei  evitare un simile trambusto. Forse è  anche la pigrizia di  affrontare il diversivo che mi  rende così  nervosa; gli anni  mi hanno portata a preferire la tranquillità  della routine che, per quanto possa riservare stress e seccature, è  comunque prevedibile e gestibile: ogni cosa che è  al  di  fuori di  questa ripetitività genera apprensione. Fifa blu a parte, è una cosa da fare e anche se andassi in cima a una montagna il problema verrebbe con me; meglio levarselo mentre è  ancora piccolo.


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