Uno dei più classici luoghi comuni è quello delle mezze stagioni che non esistono più, ma sinceramente non saprei dire da quando ha avuto inizio questo genere di convinzione, so solo che adesso è realmente un dato di fatto. L'autunno è iniziato da qualche giorno e il freddo e il sole si alternano nell'arco della stessa giornata, creando un clima così mutevole da rendere inutili le previsioni meteo. Infatti, in questa stagione, questo tipo di servizio dovrebbe essere più dettagliato e annunciare che all'ora tale sono previsti X°C e c'è sole, all'ora tal'altra Y°C e c'è nebbia, all'ora tizia Z°C e piove, e via dicendo; insomma per ogni ora della giornata sarebbe opportuno dare una dettagliata previsione, che ci dica quali siano le temperature e le precipitazioni previste, perché il clima cambia così rapidamente che è impossibile starci dietro. Lo so, è solo un delirio dettato dal voler scherzare sull'argomento, ma sinceramente io trovo che sia un problema affrontare questa stagione in fatto di abbigliamento. Se si esce di mattina e si sta fuori tutta la giornata, siamo arrivati al punto che dobbiamo portarci dietro la valigia per poterci cambiare vestito secondo il momento. Se mi capita di fare la giornata fuori, io parto vestita a strati, che levo secondo l'ora e le temperature, per poi ritrovarmi sempre con roba in mano e che non so mai dove mettere: uffa :\ E' vero: mi lamento troppo, ma questo è anche il posto giusto per parlare delle biricchinate del tempo e di immaginare come si vorrebbe che fosse. Siamo tutti consapevoli che le condizioni climatiche sono cambiate, ma nessuno di noi si è ancora abituato. L'adattamento a queste nuove stagioni, come ci insegna la storia, è un processo evolutivo che dura secoli e noi non abbiamo tutto questo a disposizione per cambiare ed adattarci e la tecnologia non può certo venirci incontro. O forse sì, ma non credo che siano stati ancora inventati i vestiti che si adattano al variare delle temperature nell'arco di una sola giornata e, se esistono per davvero, non credo che siano così fashion da essere indossati tutti i giorni per andare al lavoro o ad un evento importante e che tanto meno siano pratici. Io me li immagino come mini stazioni meteo, con tanto di manica a vento ed igrometro incorporato, un po' in stile steampunk, con tanti accessori che trasformano all'istante una gonna in un bikini; davvero stravaganti, no? :D Non credo che indosserei mai una cosa del genere :o
giovedì 27 settembre 2018
domenica 23 settembre 2018
Una settimana lunga e pesante
Era chiaro che non appena sarebbero finite le vacanze tutto sarebbe ritornato alla solita quotidianità, infatti la mia agenda aveva iniziato a riempirsi di impegni, ma io pronta a ripartire. Ma non così in fretta :$ Effettivamente ho avuto una settimana così pressante, tra impegni ed imprevisti, che mi sembrava non dovesse finire mai. Tra le cose che ho dovuto evadere c'è stato anche un evento importante, che ha regalato un po' di piacevolezza nel marasma degli impegni: i 60 anni di matrimonio dei miei genitori. Per i soliti motivi legati a salute, impegni ed imprevisti i miei genitori non avevano potuto festeggiare le nozze d'oro, per cui avevano deciso che avrebbero rimandato e la festa e così, di anno in anno, sono finiti ai 60 anni. Questa volta, però, doveva esserci una festa, con tanto di invito al ristorante e riunione della famiglia, ma le cose anche questa volta non sono andate come immaginato. I problemi dei miei genitori e quelli personali hanno impedito di organizzare i festeggiamenti previsti; infatti, proprio in quei giorni, mio papà doveva fare visite mediche importanti e io avevo avevo una caterva di incombenze da sbrigare. A quel punto, la mia mamma si è sentita sconfortata per non poter realizzare quello che voleva e, per evitare che l'anniversario naufragasse, ho deciso di ritagliare uno spazio giusto in quella settimana bollente ed ho organizzato un piccolo pranzo nella mia casa di campagna. Purtroppo, i miei figli erano entrambi assenti causa la programmazione last minute, che ha impedito loro di organizzarsi e partecipare. Ammetto che nel complesso non è stato quello che i miei genitori avevano in progetto, ma come si fa ad allestire un evento in così poco tempo, specie se gli imprevisti e la salute si mettono di mezzo? Alla fine tutto è andato bene e io non riesco ancora a capacitarmi di come sia riuscita ad incastrare impegni e festicciola, tutto in una settimana così caotica. Col passare degli anni mi rendo conto che sto diventando sempre più lenta e meno reattiva, per cui, se non ho una chiara ed adeguata pianificazione, fatico a gestire gli imprevisti ed entro subito in panico. Per questo motivo mi domando come questa volta sia riuscita a gestire ed improvvisare tutto.
Non che le settimane a venire siano meno cariche di questa appena trascorsa, ma brontolare e sfogarsi un po' fa sempre bene. A quanto pare, è nella natura umana lamentarsi della fatica quotidiana; lo facciamo da generazioni e io sto facendo la mai parte: non ho certo intenzione di interrompere la tradizione :D
L'autunno è arrivato; con le sue stranezze meteorologiche ci fa pensare ancora all'estate, anche se quella porta è chiusa da giorni. I pomeriggi sono ancora caldi e soleggiati e le foglie degli alberi ancora verdi; tutto fa pensare ad un'anomala primavera più che alla stagione che prelude al riposo. Nella mia casa di campagna ho trovato le mie rose ancora fiorite e con i boccioli, il melo carico di pomi da raccogliere e l'erba del praticello da tagliare; nulla sembrava far pensare all'autunno, eccetto alcuni rami secchi che raccontano la vecchiaia delle mie piante e che potevano essere scambiati per un segno stagionale. E' vero, nonostante il mio papà abbia messo nuovi alberi, il nocciolo e le piante di fico sono ormai troppo anziane e la loro età spicca tra i nuovi acquisti. L'autunno farà presto cadere le foglie e il mesto pensiero di rivederli ancora vegeti la prossima primavera è sempre più evidente, tanto che mi chiedo che cosa farò se quegli alberi seccassero per davvero. La prima cosa da fare, ovviamente, sarà abbatterli e farne legna da ardere per il camino, ma come compenserò la loro mancanza? Quei vecchi alberi raccontano la vita del giardino e il ricordo dei miei suoceri, la loro perdita e sostituzione preluderebbero al conseguente cambiamento e al passaggio generazionale; sarà anche un ciclo biologico, ma come è triste vederli spegnersi. L'autunno ci racconta di un riposo che terminerà con un risveglio, ma non sempre è così per tutte le piante. L'inverno può determinare la fine per alcune di loro e la primavera non sarà certo una rinascita. In questo ciclo della natura io, invece di pensare alla desolazione in arrivo, cerco di godermi gli aspetti visivi più eclatanti e, mentre la stagione continua con le sue bizzarrie climatiche, penso al mio giardino, tranquillo e solitario, mentre io me ne sto lontana in faccende. Tutto ciò è così pacificante.
Non è stata una settimana semplice e tra le tante cose che sono successe c'è stato un episodio che mi ha scossa notevolmente: l'incontro con il chirurgo che forse mi opererà. Sapevo che i calcoli alla colecisti non potevano essere curati, ma incontrare in così breve tempo, dopo la consapevolezza del mio stato, il medico che fa questo tipo di operazione mi messa in subbuglio. Ammetto di essere una persona impressionabile, ansiosa e paurosa e trattare l'argomento in dettaglio ha reso sempre più concreto un evento che considero estremamente spiacevole e che vorrei fosse lontano nel tempo. Al contrario, tra breve, ci sarà la programmazione. Anche se questo tipo di intervento, fatto nelle migliori condizioni fisiche, è considerato di routine e semplice, è comunque un'operazione e come tale richiede pure un'anestesia totale. Al momento io sono completamente terrorizzata e, pur avendo ottenuto tutte le informazioni e rassicurazioni possibili a riguardo, io continuo a pensarci sopra sgradevolmente. Col trascorrere del tempo, invece di essere diventa più razionale e calma, sono diventata ancora più ansiosa e fifona. Mi rendo conto che devo affrontare un ricovero, un esame del sangue e poi ... l'operazione e che tutto, dato che sono nelle condizioni ottimali per farlo, durerà pochi giorni; io, comunque, fosse possibile, vorrei evitare un simile trambusto. Forse è anche la pigrizia di affrontare il diversivo che mi rende così nervosa; gli anni mi hanno portata a preferire la tranquillità della routine che, per quanto possa riservare stress e seccature, è comunque prevedibile e gestibile: ogni cosa che è al di fuori di questa ripetitività genera apprensione. Fifa blu a parte, è una cosa da fare e anche se andassi in cima a una montagna il problema verrebbe con me; meglio levarselo mentre è ancora piccolo.
Non che le settimane a venire siano meno cariche di questa appena trascorsa, ma brontolare e sfogarsi un po' fa sempre bene. A quanto pare, è nella natura umana lamentarsi della fatica quotidiana; lo facciamo da generazioni e io sto facendo la mai parte: non ho certo intenzione di interrompere la tradizione :D
L'autunno è arrivato; con le sue stranezze meteorologiche ci fa pensare ancora all'estate, anche se quella porta è chiusa da giorni. I pomeriggi sono ancora caldi e soleggiati e le foglie degli alberi ancora verdi; tutto fa pensare ad un'anomala primavera più che alla stagione che prelude al riposo. Nella mia casa di campagna ho trovato le mie rose ancora fiorite e con i boccioli, il melo carico di pomi da raccogliere e l'erba del praticello da tagliare; nulla sembrava far pensare all'autunno, eccetto alcuni rami secchi che raccontano la vecchiaia delle mie piante e che potevano essere scambiati per un segno stagionale. E' vero, nonostante il mio papà abbia messo nuovi alberi, il nocciolo e le piante di fico sono ormai troppo anziane e la loro età spicca tra i nuovi acquisti. L'autunno farà presto cadere le foglie e il mesto pensiero di rivederli ancora vegeti la prossima primavera è sempre più evidente, tanto che mi chiedo che cosa farò se quegli alberi seccassero per davvero. La prima cosa da fare, ovviamente, sarà abbatterli e farne legna da ardere per il camino, ma come compenserò la loro mancanza? Quei vecchi alberi raccontano la vita del giardino e il ricordo dei miei suoceri, la loro perdita e sostituzione preluderebbero al conseguente cambiamento e al passaggio generazionale; sarà anche un ciclo biologico, ma come è triste vederli spegnersi. L'autunno ci racconta di un riposo che terminerà con un risveglio, ma non sempre è così per tutte le piante. L'inverno può determinare la fine per alcune di loro e la primavera non sarà certo una rinascita. In questo ciclo della natura io, invece di pensare alla desolazione in arrivo, cerco di godermi gli aspetti visivi più eclatanti e, mentre la stagione continua con le sue bizzarrie climatiche, penso al mio giardino, tranquillo e solitario, mentre io me ne sto lontana in faccende. Tutto ciò è così pacificante.
Non è stata una settimana semplice e tra le tante cose che sono successe c'è stato un episodio che mi ha scossa notevolmente: l'incontro con il chirurgo che forse mi opererà. Sapevo che i calcoli alla colecisti non potevano essere curati, ma incontrare in così breve tempo, dopo la consapevolezza del mio stato, il medico che fa questo tipo di operazione mi messa in subbuglio. Ammetto di essere una persona impressionabile, ansiosa e paurosa e trattare l'argomento in dettaglio ha reso sempre più concreto un evento che considero estremamente spiacevole e che vorrei fosse lontano nel tempo. Al contrario, tra breve, ci sarà la programmazione. Anche se questo tipo di intervento, fatto nelle migliori condizioni fisiche, è considerato di routine e semplice, è comunque un'operazione e come tale richiede pure un'anestesia totale. Al momento io sono completamente terrorizzata e, pur avendo ottenuto tutte le informazioni e rassicurazioni possibili a riguardo, io continuo a pensarci sopra sgradevolmente. Col trascorrere del tempo, invece di essere diventa più razionale e calma, sono diventata ancora più ansiosa e fifona. Mi rendo conto che devo affrontare un ricovero, un esame del sangue e poi ... l'operazione e che tutto, dato che sono nelle condizioni ottimali per farlo, durerà pochi giorni; io, comunque, fosse possibile, vorrei evitare un simile trambusto. Forse è anche la pigrizia di affrontare il diversivo che mi rende così nervosa; gli anni mi hanno portata a preferire la tranquillità della routine che, per quanto possa riservare stress e seccature, è comunque prevedibile e gestibile: ogni cosa che è al di fuori di questa ripetitività genera apprensione. Fifa blu a parte, è una cosa da fare e anche se andassi in cima a una montagna il problema verrebbe con me; meglio levarselo mentre è ancora piccolo.
lunedì 17 settembre 2018
Non sono solo quattro gocce
A forza di fare il clima sta cambiando ed è arrivata la pioggia, ma non sono solo quattro gocce. I giorni scorsi il meteo annunciava l'arrivo di una perturbazione che avrebbe portato piogge, ma dal momento che l'estate non ha voglia di andarsene, pensavo che ci sarebbero state solo precipitazioni scarse e di breve durata ed invece piove per davvero. L'agenda comincia a riempirsi di impegni e io, come al solito, non ho voglia di uscire quando piove. Con il girello non è possibile affrontare la pioggia se non si va al coperto, per cui ho paura che dovrò rimandare qualcosa e fare degli spostamenti imprevisti. Detesto questo genere di programmazione, non ho più pazienza e voglio che tutto sia sempre lineare; cosa realmente impossibile, ma tanto alla fine so che riprogrammerò tutto e le cose andranno a posto.
Approfitto della pioggia per evitare di innaffiare le piante sul balcone che, nonostante l'arrivo dell'autunno, continuano ad essere vegete anche se stanno dando segni della loro fine vegetativa. E' il secondo anno che punto sulle piante aromatiche piuttosto che su quelle ornamentali, ammetto di averne avuto un gran vantaggio pratico rispetto al mero godimento visivo. Sono stata molto soddisfatta dall'uso in cucina delle mie coltivazioni e per questo motivo mi sento portata a continuare su questa linea anche per l'anno venturo. Non so perché, ma sembra che i piatti cucinati usando le erbe del mio balcone siano più buoni e questo non dipende tanto dall'utilizzo di prodotti freschi quanto dalla soddisfazione delle proprie colture.
Con l'inizio di settembre sono iniziate le sagre e le fiere paesane e ho visto su internet che c'è un fittissimo calendario di manifestazioni per tutti i gusti. Il tema principale però è quello dell'autunno e quindi si può scegliere tra le manifestazioni enogastronomiche a base di prodotti di stagione come le feste dell'uva o delle zucche o tra quelle espositive con mercatini ed eventi musicali. Da tempo non vado più a queste fiere per mancanza di tempo o semplicemente perché non ho più voglia di stare in mezzo alla calca e al rumore, ma quest'anno ho fatto un'eccezione e sono andata a vedere il De Bello Canepiciano. E' una manifestazione molto originale con tema il Medioevo ed adatta alle famiglie. Per mia fortuna è attrezzata per gli invalidi e quindi ho potuto circolare facilmente e vedere un po' di cose davvero strane. Dalla presentazione che c'era in internet credevo fosse la solita esposizione con bancarelle e spettacoli circensi, invece si è dimostrata tutta un'altra cosa. In primo luogo si svolge all'interno delle vie del paese, che per l'occasione sono state cosparse di paglia per ricreare un ambiente antico e fuori dal tempo, e poi è tutto strettamente a tema, con le persone vestite in abiti medioevali. Le bancarelle ci sono, ma sono tutte a tema rigorosamente medievale e rappresentano un aspetto della vita di quell'epoca. I venditori sono in realtà persone preparate a spiegarti quello che stai acquistando e a raccontarti uno spaccato di vita che la loro bancarella rappresenta. Gli spettacoli ricalcano ciò che si vedeva in quell'epoca lontana, ripetendo gesti, canti e movenze antiche e persino le aree destinate ai giochi per bambini sono attrezzate con giochi antichi Ammetto che è stata un'esperienza molto suggestiva, anche se non sono riuscita a vedere tutto, senza contare che la manifestazione dura ben due giorni e che nel secondo giorno c'era la rappresentazione più importante, cioè l'assalto al castello con tanto di cavalli cavalieri. Purtroppo, come ho detto prima, non riesco più a sopportare la calca e il rumore e dopo un po' ho dovuto andarmene via; queste manifestazioni attirano un sacco di pubblico ed è anche piacevole ed interessante parteciparci, ma io non ho più il fisico di una volta e dopo un'ora, un'ora e mezza io abbandono e me ne vado.
Metto qualche foto, le poche sono riuscita a fare di sfuggita , che non sono certo significative, ma ritraggono un po' l'aspetto dell'evento. Come ho detto prima, c'era molta gente e tutti facevano foto e giravano video, per cui non sono riuscita a centrare gli obiettivi migliori, ma mi accontento; almeno posso dire che c'ero :D
Approfitto della pioggia per evitare di innaffiare le piante sul balcone che, nonostante l'arrivo dell'autunno, continuano ad essere vegete anche se stanno dando segni della loro fine vegetativa. E' il secondo anno che punto sulle piante aromatiche piuttosto che su quelle ornamentali, ammetto di averne avuto un gran vantaggio pratico rispetto al mero godimento visivo. Sono stata molto soddisfatta dall'uso in cucina delle mie coltivazioni e per questo motivo mi sento portata a continuare su questa linea anche per l'anno venturo. Non so perché, ma sembra che i piatti cucinati usando le erbe del mio balcone siano più buoni e questo non dipende tanto dall'utilizzo di prodotti freschi quanto dalla soddisfazione delle proprie colture.
Con l'inizio di settembre sono iniziate le sagre e le fiere paesane e ho visto su internet che c'è un fittissimo calendario di manifestazioni per tutti i gusti. Il tema principale però è quello dell'autunno e quindi si può scegliere tra le manifestazioni enogastronomiche a base di prodotti di stagione come le feste dell'uva o delle zucche o tra quelle espositive con mercatini ed eventi musicali. Da tempo non vado più a queste fiere per mancanza di tempo o semplicemente perché non ho più voglia di stare in mezzo alla calca e al rumore, ma quest'anno ho fatto un'eccezione e sono andata a vedere il De Bello Canepiciano. E' una manifestazione molto originale con tema il Medioevo ed adatta alle famiglie. Per mia fortuna è attrezzata per gli invalidi e quindi ho potuto circolare facilmente e vedere un po' di cose davvero strane. Dalla presentazione che c'era in internet credevo fosse la solita esposizione con bancarelle e spettacoli circensi, invece si è dimostrata tutta un'altra cosa. In primo luogo si svolge all'interno delle vie del paese, che per l'occasione sono state cosparse di paglia per ricreare un ambiente antico e fuori dal tempo, e poi è tutto strettamente a tema, con le persone vestite in abiti medioevali. Le bancarelle ci sono, ma sono tutte a tema rigorosamente medievale e rappresentano un aspetto della vita di quell'epoca. I venditori sono in realtà persone preparate a spiegarti quello che stai acquistando e a raccontarti uno spaccato di vita che la loro bancarella rappresenta. Gli spettacoli ricalcano ciò che si vedeva in quell'epoca lontana, ripetendo gesti, canti e movenze antiche e persino le aree destinate ai giochi per bambini sono attrezzate con giochi antichi Ammetto che è stata un'esperienza molto suggestiva, anche se non sono riuscita a vedere tutto, senza contare che la manifestazione dura ben due giorni e che nel secondo giorno c'era la rappresentazione più importante, cioè l'assalto al castello con tanto di cavalli cavalieri. Purtroppo, come ho detto prima, non riesco più a sopportare la calca e il rumore e dopo un po' ho dovuto andarmene via; queste manifestazioni attirano un sacco di pubblico ed è anche piacevole ed interessante parteciparci, ma io non ho più il fisico di una volta e dopo un'ora, un'ora e mezza io abbandono e me ne vado.
Metto qualche foto, le poche sono riuscita a fare di sfuggita , che non sono certo significative, ma ritraggono un po' l'aspetto dell'evento. Come ho detto prima, c'era molta gente e tutti facevano foto e giravano video, per cui non sono riuscita a centrare gli obiettivi migliori, ma mi accontento; almeno posso dire che c'ero :D
mercoledì 12 settembre 2018
L'arrivo delle cimici verdi
L'autunno è segnato dall'arrivo delle cimici verdi, quei fastidiosi insetti puzzolenti che ti ritrovi dappertutto e di cui non riesci mai a liberarti. Sono una piaga come quella degli scarafaggi, ma quando cominci a vederle in giro sai che la stagione sta cambiando. Il mio problema è tenerle alla larga quando stendo il bucato; inevitabilmente me ne trovo qualcuna sulle lenzuola o sulle tovaglie e la cosa mi infastidisce perché puzzano e attaccano il loro odore alla biancheria. Dal momento che l'autunno è diventato un'estate più fresca io continuo a stendere fuori, ma devo fare attenzione agli orari per evitare l'incontro con questi fastidiosi insetti. Sembra che ormai siano ubiquitari e come me altre persone ne lamentano la presenza, ma fanno parte del pacchetto autunnale e dobbiamo tenercele . Quando ero bambina non ricordo di aver mai visto l'invasione di cimici verdi che c'è adesso; forse se ne vedeva qualcuna, ma come oggi mai. L'adattamento alle nuove condizioni climatiche ha quindi favorito alcune specie di insetti rispetto ad altre, senza contare che l'arrivo di nuove specie non autoctone ha portato ad un aumento della popolazione entomica. Non mi piacciono gli insetti, ce poco da fare :(
La salute innanzitutto. Con questa prerogativa ho iniziato un percorso di visite specialistiche per tenere sotto controllo la mia salute che, col passare degli anni, diventa più cedevole. Non so nemmeno io dove ho trovato la forza per affrontare il disagio delle prenotazioni, del raggiungimento degli studi e delle visite stesse; sono una persona che col tempo sta diventando sempre più pigra, ma anche più ansiosa, e conciliare questi due aspetti per raggiungere obiettivi prefissati è diventato piuttosto complicato. Comunque, pur essendo io una persona complicata, quando prendo una decisione, cerco di portarla a compimento e questa volta ho deciso di fare così. Finora sembra che le cose dal punto fisico vadano bene, ma non avendo ancora finito la lista degli incontri specialistici mi aspetto qualche notizia sgradevole e con la sfiga che ho io di sicuro ci sarà. Spesso penso ai miei genitori che, essendo molto anziani, sono sotto costante controllo medico e mi domando come riescano a tollerare una simile situazione; si lamentano, ma vanno avanti lo stesso. Quasi tutti i giorni hanno bisogno di ricette per le loro terapie e periodicamente fanno visite specialistiche; insomma, per loro fare le visite mediche sta diventando un'attività come un'altra. Personalmente sono restia ad applicare alla mia persona una cosa del genere ed immaginare il mio futuro con un andazzo simile mi preoccupa alquanto ed è per questo che mi domando come sono riuscita adesso a prenotare tutte queste visite per me. Spero solo che, finito questo periodo di controlli, la parola "medico" finisca nell'ultima pagina del mio vocabolario.
La salute innanzitutto. Con questa prerogativa ho iniziato un percorso di visite specialistiche per tenere sotto controllo la mia salute che, col passare degli anni, diventa più cedevole. Non so nemmeno io dove ho trovato la forza per affrontare il disagio delle prenotazioni, del raggiungimento degli studi e delle visite stesse; sono una persona che col tempo sta diventando sempre più pigra, ma anche più ansiosa, e conciliare questi due aspetti per raggiungere obiettivi prefissati è diventato piuttosto complicato. Comunque, pur essendo io una persona complicata, quando prendo una decisione, cerco di portarla a compimento e questa volta ho deciso di fare così. Finora sembra che le cose dal punto fisico vadano bene, ma non avendo ancora finito la lista degli incontri specialistici mi aspetto qualche notizia sgradevole e con la sfiga che ho io di sicuro ci sarà. Spesso penso ai miei genitori che, essendo molto anziani, sono sotto costante controllo medico e mi domando come riescano a tollerare una simile situazione; si lamentano, ma vanno avanti lo stesso. Quasi tutti i giorni hanno bisogno di ricette per le loro terapie e periodicamente fanno visite specialistiche; insomma, per loro fare le visite mediche sta diventando un'attività come un'altra. Personalmente sono restia ad applicare alla mia persona una cosa del genere ed immaginare il mio futuro con un andazzo simile mi preoccupa alquanto ed è per questo che mi domando come sono riuscita adesso a prenotare tutte queste visite per me. Spero solo che, finito questo periodo di controlli, la parola "medico" finisca nell'ultima pagina del mio vocabolario.
martedì 11 settembre 2018
Possibile che ci siano sempre problemi con internet e il computer?
Il titolo del post è una domanda retorica, anche perché la risposta più ovvia che viene da dire è "sì". Da agosto ho di nuovo problemi di collegamento e internet è lentissimo, caricare le pagine diventa un'impresa e questo capita in alcuni momenti della giornata, che però non saprei specificare in quali. Succede e basta. Prima delle ferie avevo perso il collegamento e dopo qualche telefonata tutto era stato ripristinato, ma adesso ci sono di nuovo disagi. Stare senza internet mi tocca relativamente, posso trovare delle alternative per passare il tempo; la cosa diventa seria quando si tratta spedire mail, effettuare pagamenti o per motivi di lavoro, specie se il computer di famiglia serve soprattutto per questo. Nel mondo moderno non è più possibile effettuare una comunicazione o un'operazione senza doversi necessariamente connettere; le vecchie telefonate e le lettere sembrano avere un valore relativo ed obsoleto perché tutto si muove in rete. Ammetto che ci sono vantaggi considerevoli, che ti permettono di effettuare operazioni direttamente da casa e celermente, di ottenere informazioni e di comunicare in tempo reale; insomma, le comodità e la rapidità fanno comodo a tutti. Ma il rovescio della medaglia salta fuori non appena la connessione sparisce. Lo scambio si interrompe mentre i tempi di lavoro si allungano e non c'è modo di ottenere una conferma o una risposta con mezzi alternativi, anche perché il cartaceo è sparito quasi del tutto e la comunicazione telefonica è meccanizzata. Si ha la sensazione di essere usciti dall'ingranaggio e la cosa peggiore è che tutto questo fa venire ansia, proprio perché il meccanismo comunicativo è ormai questo e quando viene a mancare ci sente tagliati fuori. Io, purtroppo, non vado d'accordo con la tecnologia e nemmeno mio marito, per cui, se ci succede qualcosa con il computer, entriamo subito nel panico e non sappiamo a chi rivolgerci. Molti hanno l'amico che se la cavicchia, altri se la cavicchiano da soli, noi invece dobbiamo sempre rivolgerci ad un tecnico e spendere soldi: non ne posso più. Non dico che lastra di pietra e scalpello siano la soluzione migliore, ma anche non volendo con questo sistema siamo riusciti a leggere messaggi vecchi di secoli. Prova a leggere questo post tra un mese e voglio vedere se c'è ancora.
lunedì 10 settembre 2018
Tempo bizzarro
Le stranezze del tempo non finiscono mai di stupire, anche se ormai dovremmo esserci abituati. Dopo alcuni giorni, in cui sembrava che l'autunno fosse alle porte, le temperature si sono nuovamente alzate ed è tornato il caldo estivo, anche se la mattina e la sera sono diventate più confortevoli per una più marcata frescura, tanto da far pensare ancora alle vacanze. Oggi ascoltavo le previsioni meteo e sono rimasta basita all'annuncio di un rialzo fino ai 30°C, eppure credevo che simili temperature non si sarebbero più toccate ed invece l'afa è ancora presente. Questo tempo va bene ai vacanzieri ritardatari, ma per chi ha ripreso le attività non è proprio allettante andare al lavoro e sudare le classiche sette camicie non tanto per la fatica quanto per il caldo. La mia nuova felpa rosa cipria resterà in armadio ancora per un po, mentre le lagnanze riguardo i miei acquisti poco goduti dei saldi estivi sono completamente dimenticate e sono tornata ad indossare le mie nuove magliette. Intanto, nei giorni scorsi, avevo acquistato al mercato un nuovo copriletto adatto ai primi freddi, con una fantasia molto tradizionale e classica, ed entusiasta l'ho subito messo a mano, sicura che mi avrebbe riparata dalla frescura notturna. Da alcune notti, però, si è reso praticamente inutile per il rialzo delle temperature e, quasi quasi, mi viene voglia di riaccendere il ventilatore quando vado a dormire. Ogni anno è sempre la stessa storia: la stagione autunnale parte a fine agosto o ai primi di settembre, poi svanisce per ritornare all'estate e ripresentarsi autentica nel mese di novembre. Io dovrei essere ormai abituata a questo andazzo ed invece ogni anno questo cambiamento mi coglie sempre impreparata e lamentosa, tanto che dovrei scrivermi sull'agenda, insieme agli impegni e le scadenze, che l'autunno di una volta non esiste più. Scherzi a parte, dopo la calura estiva e le vacanze c'è veramente voglia di fresco e di autunno, o meglio, c'è voglia di un clima che faccia dimenticare quel clima di rilassatezza e di svago che si è appena trascorsi per essere più concentrati nel riprendere le normali attività.
Quest'anno è stato caratterizzato da un lavoro importante e molto dispendioso: il cambio degli infissi di casa, ma mio marito sta preventivando per l'anno venturo la tinteggiatura della sala da pranzo e dell'ingresso, stanze che hanno subito più danni durante l'intervento. Sinceramente non me la sento proprio di pensare alla presenza di operai in casa e a tutto quello che ne consegue e alla proposta ho risposto con chiaro diniego. Fortunatamente, in un certo senso, l'intervento appena fatto è stato economicamente prosciugante e il preventivo è stato rimandato di un altro anno, nell'attesa di una ripresa patrimoniale. Al di là dell'effettiva necessità di una tinteggiatura della sala da pranzo a me è invece tornata la voglia di cambiarci mobili: totale follia :o Se non ho voglia di affrontare una banale tinteggiatura, che comporta solo lo spostamento di mobili, figuriamoci un cambio di mobili che, oltre ad un lavoro ancora più faticoso, è tre volte più dispendioso. Eppure, io continuo ad avere una certa insoddisfazione di fondo, tanto che sono andata all'Ikea ed ho comprato due nuovi cuscini per il divano, tanto per avere un minimo di novità nella stanza. Una volta messi sul sofà si è visto che non erano stati un acquisto ottimale; i colori e le fantasie si sono dimostrati poco adatti alla texture del mobile, ma la sofficità delle imbottiture ha subito compensato tutto. Mi rendo conto che voglio un nuovo divano, ma adesso non me lo posso permettere e, se proprio devo intervenire sulla sala da pranzo, è più importante la tinteggiatura. Lo so, sono un'incontentabile e mio marito ha tanta pazienza; forse dovrei smetterla di guardare tutti questi programmi di case e di arredamento, che mi mettono in testa strane idee, e guardare qualche fiction :D
Quest'anno è stato caratterizzato da un lavoro importante e molto dispendioso: il cambio degli infissi di casa, ma mio marito sta preventivando per l'anno venturo la tinteggiatura della sala da pranzo e dell'ingresso, stanze che hanno subito più danni durante l'intervento. Sinceramente non me la sento proprio di pensare alla presenza di operai in casa e a tutto quello che ne consegue e alla proposta ho risposto con chiaro diniego. Fortunatamente, in un certo senso, l'intervento appena fatto è stato economicamente prosciugante e il preventivo è stato rimandato di un altro anno, nell'attesa di una ripresa patrimoniale. Al di là dell'effettiva necessità di una tinteggiatura della sala da pranzo a me è invece tornata la voglia di cambiarci mobili: totale follia :o Se non ho voglia di affrontare una banale tinteggiatura, che comporta solo lo spostamento di mobili, figuriamoci un cambio di mobili che, oltre ad un lavoro ancora più faticoso, è tre volte più dispendioso. Eppure, io continuo ad avere una certa insoddisfazione di fondo, tanto che sono andata all'Ikea ed ho comprato due nuovi cuscini per il divano, tanto per avere un minimo di novità nella stanza. Una volta messi sul sofà si è visto che non erano stati un acquisto ottimale; i colori e le fantasie si sono dimostrati poco adatti alla texture del mobile, ma la sofficità delle imbottiture ha subito compensato tutto. Mi rendo conto che voglio un nuovo divano, ma adesso non me lo posso permettere e, se proprio devo intervenire sulla sala da pranzo, è più importante la tinteggiatura. Lo so, sono un'incontentabile e mio marito ha tanta pazienza; forse dovrei smetterla di guardare tutti questi programmi di case e di arredamento, che mi mettono in testa strane idee, e guardare qualche fiction :D
giovedì 6 settembre 2018
Quando fuori piove
Anche se il calendario dice che l'autunno non è ancora iniziato, la stagione è ormai cambiata e sono iniziate le prime piogge e, quando fuori piove, è il momento di fare i lavori in casa. Non so perché riesco sempre ad accumulare così tante faccende :o intanto l'agenda comincia a riempirsi d'impegni e l'idea di uscire con questa umidità non mi attira di certo; insomma, tra dentro e fuori ho un sacco di roba da fare. E dire che a me l'estate non piace, eppure sono ancora con la testa nelle vacanze e non sono ancora tornata mentalmente... al lavoro. La pioggia mi dice che devo iniziare ad occuparmi dell'armadio e a smetterla di arrampicarmi nelle parti più alte per prendere giacche o maglie quando devo uscire. Uffa! I miei acquisti dei saldi estivi me li sono goduti poco e già devo pensare all'abbigliamento autunnale. Nei giorni scorsi, mentre ero fuori per impegni, sono andata in un grande magazzino ed ho fatto il primo acquisto, se così lo si vuole chiamare, autunnale. E' stato più per sfizio che per necessità: mi sono comprata una felpa da mettere con i jeans. Di colore rosa cipria. Ovviamente. Non credo che sia più il colore di moda di questa stagione ventura e sinceramente non me ne importa niente, mi piace e basta. Quando ho riposto la felpa nell'armadio, mi sono resa conto che c'erano altri capi del medesimo colore ed ho subito pensato a quando ho avuto il mio momento viola, che è durato anni. Adesso le mie preferenze sono virate dal viola al rosa cipria e anche all'azzurro, colori più adatti alla primavera che al resto delle stagioni, però attualmente mi fanno sentire bene e mi vesto così. Tuttora permangono nell'armadio i colori neutri, come i grigi e i beige, sempre nelle tonalità chiare, mentre è quasi totalmente sparito il nero, colore che adesso trovo assolutamente deprimente. Mi rendo conto che al momento mi piacciono i colori tranquilli, quelli che mi danno l'aspetto di donna calma e serena, anche se nella realtà non lo sono affatto, insomma, mi piacciono le tinte pastello. E' forse indossare questi colori pacifici che mi fa sentire bene e a mio agio, per cui non vedo il motivo a preferire colori di tendenza, che neanche mi piacciono. Negli anni passati sentivo l'autunno come una stagione che preludeva all'inverno e al freddo intenso, una stagione necessariamente di passaggio e di cui non apprezzavo la vera essenza, di conseguenza le mie preferenze cromatiche dovevano necessariamente essere molto calde ed accese, quasi sempre dominate dal marrone in tutte le sue declinazioni, dal fucsia e dalle tinte ocra, insomma le tipiche tinte che la moda riserva all'autunno. E' solo in questi ultimi anni, in cui l'autunno è diventato la mia stagione preferita, che ho iniziato ad andare in controtendenza e a preferire colori più chiari e luminosi.
La borsa per me è sempre stato l'accessorio che determina la stagione e con l'autunno, tutti gli anni, saltavano fuori dall'armadio le borsette nere e marrone scuro; solo di recente non è più così e, complice anche la moda, ho iniziato a preferire borse dai toni più chiari e apprezzabili tutto l'anno. In fondo, la moda attuale non è più moda, è più una sorta di suggerimenti che la persona adotta secondo il proprio gusto e stile. L'unica cosa che permane in questi ultimi tempi è l'orientamento minimal dei vestiti. Infatti i tagli sono sempre rigorosi, piuttosto lineari e tendono a seguire la figura della persona; non ci sono più fronzoli e accessori marcati e se c'è qualche volant è solo per sottolineare una linea del vestito e niente di più. Anche le lunghezze si sono assestate e le gonne troppo corte o troppo lunghe sembrano avere sempre le stesse misure standard. Un po' mi sono abituata a questi modelli di abiti stringati; sarà perché tutta questa linearità è più semplice da abbinare o solo perché sono capi pratici da indossare. Non sono vestiti che mi fanno impazzire, ma li porto. L'ultima volta che sono andata in un outlet ho visto una carrellata di abbigliamento con queste linee e con queste tinte unite che mi ha lasciata basita. Saranno anche capi eleganti, alcuni, ma questo genere di tagli e questa scelta di tinte unite o di fantasie minimaliste porta ad una massificazione tale che è quasi impossibile distinguere uno stile sartoriale da un altro. E' un po' come per le automobili: si distinguono le monovolume, i suv, le famigliari, ma per capire a quale casa automobilistica appartengano l'unica differenza importante è la fanaleria posteriore. Un po' poco, no?
La borsa per me è sempre stato l'accessorio che determina la stagione e con l'autunno, tutti gli anni, saltavano fuori dall'armadio le borsette nere e marrone scuro; solo di recente non è più così e, complice anche la moda, ho iniziato a preferire borse dai toni più chiari e apprezzabili tutto l'anno. In fondo, la moda attuale non è più moda, è più una sorta di suggerimenti che la persona adotta secondo il proprio gusto e stile. L'unica cosa che permane in questi ultimi tempi è l'orientamento minimal dei vestiti. Infatti i tagli sono sempre rigorosi, piuttosto lineari e tendono a seguire la figura della persona; non ci sono più fronzoli e accessori marcati e se c'è qualche volant è solo per sottolineare una linea del vestito e niente di più. Anche le lunghezze si sono assestate e le gonne troppo corte o troppo lunghe sembrano avere sempre le stesse misure standard. Un po' mi sono abituata a questi modelli di abiti stringati; sarà perché tutta questa linearità è più semplice da abbinare o solo perché sono capi pratici da indossare. Non sono vestiti che mi fanno impazzire, ma li porto. L'ultima volta che sono andata in un outlet ho visto una carrellata di abbigliamento con queste linee e con queste tinte unite che mi ha lasciata basita. Saranno anche capi eleganti, alcuni, ma questo genere di tagli e questa scelta di tinte unite o di fantasie minimaliste porta ad una massificazione tale che è quasi impossibile distinguere uno stile sartoriale da un altro. E' un po' come per le automobili: si distinguono le monovolume, i suv, le famigliari, ma per capire a quale casa automobilistica appartengano l'unica differenza importante è la fanaleria posteriore. Un po' poco, no?
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