Era chiaro che non appena sarebbero finite le vacanze tutto sarebbe ritornato alla solita quotidianità, infatti la mia agenda aveva iniziato a riempirsi di impegni, ma io pronta a ripartire. Ma non così in fretta :$ Effettivamente ho avuto una settimana così pressante, tra impegni ed imprevisti, che mi sembrava non dovesse finire mai. Tra le cose che ho dovuto evadere c'è stato anche un evento importante, che ha regalato un po' di piacevolezza nel marasma degli impegni: i 60 anni di matrimonio dei miei genitori. Per i soliti motivi legati a salute, impegni ed imprevisti i miei genitori non avevano potuto festeggiare le nozze d'oro, per cui avevano deciso che avrebbero rimandato e la festa e così, di anno in anno, sono finiti ai 60 anni. Questa volta, però, doveva esserci una festa, con tanto di invito al ristorante e riunione della famiglia, ma le cose anche questa volta non sono andate come immaginato. I problemi dei miei genitori e quelli personali hanno impedito di organizzare i festeggiamenti previsti; infatti, proprio in quei giorni, mio papà doveva fare visite mediche importanti e io avevo avevo una caterva di incombenze da sbrigare. A quel punto, la mia mamma si è sentita sconfortata per non poter realizzare quello che voleva e, per evitare che l'anniversario naufragasse, ho deciso di ritagliare uno spazio giusto in quella settimana bollente ed ho organizzato un piccolo pranzo nella mia casa di campagna. Purtroppo, i miei figli erano entrambi assenti causa la programmazione last minute, che ha impedito loro di organizzarsi e partecipare. Ammetto che nel complesso non è stato quello che i miei genitori avevano in progetto, ma come si fa ad allestire un evento in così poco tempo, specie se gli imprevisti e la salute si mettono di mezzo? Alla fine tutto è andato bene e io non riesco ancora a capacitarmi di come sia riuscita ad incastrare impegni e festicciola, tutto in una settimana così caotica. Col passare degli anni mi rendo conto che sto diventando sempre più lenta e meno reattiva, per cui, se non ho una chiara ed adeguata pianificazione, fatico a gestire gli imprevisti ed entro subito in panico. Per questo motivo mi domando come questa volta sia riuscita a gestire ed improvvisare tutto.
Non che le settimane a venire siano meno cariche di questa appena trascorsa, ma brontolare e sfogarsi un po' fa sempre bene. A quanto pare, è nella natura umana lamentarsi della fatica quotidiana; lo facciamo da generazioni e io sto facendo la mai parte: non ho certo intenzione di interrompere la tradizione :D
L'autunno è arrivato; con le sue stranezze meteorologiche ci fa pensare ancora all'estate, anche se quella porta è chiusa da giorni. I pomeriggi sono ancora caldi e soleggiati e le foglie degli alberi ancora verdi; tutto fa pensare ad un'anomala primavera più che alla stagione che prelude al riposo. Nella mia casa di campagna ho trovato le mie rose ancora fiorite e con i boccioli, il melo carico di pomi da raccogliere e l'erba del praticello da tagliare; nulla sembrava far pensare all'autunno, eccetto alcuni rami secchi che raccontano la vecchiaia delle mie piante e che potevano essere scambiati per un segno stagionale. E' vero, nonostante il mio papà abbia messo nuovi alberi, il nocciolo e le piante di fico sono ormai troppo anziane e la loro età spicca tra i nuovi acquisti. L'autunno farà presto cadere le foglie e il mesto pensiero di rivederli ancora vegeti la prossima primavera è sempre più evidente, tanto che mi chiedo che cosa farò se quegli alberi seccassero per davvero. La prima cosa da fare, ovviamente, sarà abbatterli e farne legna da ardere per il camino, ma come compenserò la loro mancanza? Quei vecchi alberi raccontano la vita del giardino e il ricordo dei miei suoceri, la loro perdita e sostituzione preluderebbero al conseguente cambiamento e al passaggio generazionale; sarà anche un ciclo biologico, ma come è triste vederli spegnersi. L'autunno ci racconta di un riposo che terminerà con un risveglio, ma non sempre è così per tutte le piante. L'inverno può determinare la fine per alcune di loro e la primavera non sarà certo una rinascita. In questo ciclo della natura io, invece di pensare alla desolazione in arrivo, cerco di godermi gli aspetti visivi più eclatanti e, mentre la stagione continua con le sue bizzarrie climatiche, penso al mio giardino, tranquillo e solitario, mentre io me ne sto lontana in faccende. Tutto ciò è così pacificante.
Non è stata una settimana semplice e tra le tante cose che sono successe c'è stato un episodio che mi ha scossa notevolmente: l'incontro con il chirurgo che forse mi opererà. Sapevo che i calcoli alla colecisti non potevano essere curati, ma incontrare in così breve tempo, dopo la consapevolezza del mio stato, il medico che fa questo tipo di operazione mi messa in subbuglio. Ammetto di essere una persona impressionabile, ansiosa e paurosa e trattare l'argomento in dettaglio ha reso sempre più concreto un evento che considero estremamente spiacevole e che vorrei fosse lontano nel tempo. Al contrario, tra breve, ci sarà la programmazione. Anche se questo tipo di intervento, fatto nelle migliori condizioni fisiche, è considerato di routine e semplice, è comunque un'operazione e come tale richiede pure un'anestesia totale. Al momento io sono completamente terrorizzata e, pur avendo ottenuto tutte le informazioni e rassicurazioni possibili a riguardo, io continuo a pensarci sopra sgradevolmente. Col trascorrere del tempo, invece di essere diventa più razionale e calma, sono diventata ancora più ansiosa e fifona. Mi rendo conto che devo affrontare un ricovero, un esame del sangue e poi ... l'operazione e che tutto, dato che sono nelle condizioni ottimali per farlo, durerà pochi giorni; io, comunque, fosse possibile, vorrei evitare un simile trambusto. Forse è anche la pigrizia di affrontare il diversivo che mi rende così nervosa; gli anni mi hanno portata a preferire la tranquillità della routine che, per quanto possa riservare stress e seccature, è comunque prevedibile e gestibile: ogni cosa che è al di fuori di questa ripetitività genera apprensione. Fifa blu a parte, è una cosa da fare e anche se andassi in cima a una montagna il problema verrebbe con me; meglio levarselo mentre è ancora piccolo.
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