La nebbia è tornata. Da alcuni giorni si è infittito il velo di umidità ed è aumentato il freddo: la stagione autunnale sta diventando sempre più inverno. Mi alzo al mattino e guardo dalla finestra com'è il tempo: è nebbioso, il cielo è biancastro e a mala pena scorgo il consueto paesaggio. Anche in casa sembra che sia entrata la nebbia, è più umido e non c'è scampo a questa sensazione di bagnato. Mantenere asciutte le stanze non è semplice, nemmeno il riscaldamento dei termosifoni ci riesce e neanche aprendo spiragli con le finestre, per dare ventilazione, si migliora la situazione, anzi è peggio perché entra ancora più umidità.
Uscire di casa diventa complicato a causa della scarsa visibilità, specie per chi, come me, si muove a piedi ed ha problemi nel camminare. Il pericolo maggiore lo incontro quando percorro tratti di strada senza marciapiede. Ho persino pensato di mettere dei catarifrangenti al mio deambulatore, per essere più visibile, mentre la mia cara amica mi ha consigliato di mettere il giubbetto giallo, quello che si usa per le auto quando sono in panne, per essere facilmente distinguibile . Finora, nonostante i buoni propositi e i consigli, non ho adottato nessuna di queste precauzioni e me ne sono rimasta in casa, ad aspettare che il tempo migliori.
Mio marito ha imposto, come tradizione famigliare, che l'8 dicembre la casa venga addobbata per il Natale. Meglio così, che ci sia una scadenza, altrimenti io finirei per mettere gli addobbi la vigilia :D Tutti gli anni sono così pigra a spacchettare gli scatoloni con palline, nastri e presepe; con gli anni, sono diventate cose polverose e vecchie e io ho fatto pochi rinnovi, ma anche questa volta, se la cosa è da fare, si fa, anzi, si è fatta.
Quando i figli erano piccoli addobbare la casa era un obbligo ed insieme un divertimento, perché si faceva insieme, e non si potevano deludere le aspettative infantili per le festività natalizie, vissute come momenti di incontro con i parenti, scambio di regali e vacanza dalla scuola. Adesso che i figli sono grandi e in casa non ci sono quasi più, la cosa è diversa. Alcuni parenti sono anche mancati e non ci si vede più, così il periodo natalizio è diventato più contenuto.
Non sono mai stata una persona tanto amante delle feste, lo ero di più quando ero più giovane; adesso, con il tempo e la malattia, preferisco la routine della quotidianità, che considero meno faticosa anche se fatta di lavoro.
La giornata di ieri, comunque, è stata finalmente dedicata all'allestimento dell'albero e del presepe, che adesso fanno mostra di sé in casa, dando finalmente quel tocco festivo che mancava. L'allestimento dell'albero è stato compito di mio marito, che negli anni passati faceva con i figli, mentre l'allestimento del presepe è da sempre una mia esclusiva. Anni addietro lo facevo molto grande ed illuminato e i miei bambini lo apprezzavano moltissimo; poi, l'ho ridotto di dimensione ed ha iniziato mia figlia ad occuparsene per qualche anno, finché non si è stancata, e quest'anno è toccato di nuovo a me. Non mi ricordavo che fosse così faticoso 8| Ho impiegato un intero pomeriggio per allestire neanche un metro quadrato di presepe. Con i miei problemi di salute, anche le cose più semplici diventano complicate, ma ci sono riuscita e non vedo l'ora che i miei figli a Natale lo vedano.
Personalmente, non ho un grande spirito natalizio e il Natale, così come si vive adesso, non mi piace. Mi sembra più una festa commerciale che altro. La seccatura di fare i regali di convenienza è quasi terminata e posso mettermi in paziente attesa che, anche quest'anno, il Natale e le sue feste passino tutte.