La primavera è ormai iniziata da un po' e ci sono sempre giornate di sole con temperature più miti, soltanto l'aria è ancora frizzante ed obbliga a mettere la giacca. Dalla finestra di casa guardo le montagne con le cime ancora bianche e le pendici scoperte, segno che il bel tempo è costante ma fa ancora un po' freddo. Verrebbe voglia di uscire, di andare a fare passeggiate e scoprire i giardini fioriti, invece bisogna restare a casa in quanto siamo ancora tutti in zona rossa e le uniche passeggiate fattibili sono quelle nei pressi di casa, da me però non c'è molto da vedere. Poco importa, ormai mi sono abituata a starmene rintanata tra le mura domestiche e la vita che facevo prima me la sto dimenticando. Unica novità in questa routine è stata la visita a mio figlio, che adesso sta bene dopo l'episodio covid ed ha ripreso la sua vita normale: come sono contenta 😊 In questi giorni la mia smania di riordinare si è un po' calmata e adesso sto cercando di abituarmi alle nuove sistemazioni delle cose, al contrario mio marito sembra essere stato così contagiato da questo mio impulso al rassetto che questo fine settimana è tornato a ripulire la mansarda. Questa volta non l'ho seguito e ha dovuto cavarsela da solo. So che comunque ha fatto altri sacchetti di immondizia e li ha buttati via, mentre io non me ne sono preoccupata più di tanto. Certo che questa intenzione di ripulire il magazzino sta diventando un'impresa memorabile che ci ricorderemo nel tempo. Anni e anni di accumulo senza mai smaltire nulla alla fine hanno creato solo caos. Io penso che entrambi abbiamo capito che tutta quella roba alla fine è diventata ingestibile e che occupa solo spazio; soprattutto, abbiamo capito che il passato deve essere lasciato andare e che la memoria è dentro di noi. Mi sembra di dire banalità, invece non è facile staccarsi dai ricordi o, perlomeno, da alcuni ricordi. Ci sono oggetti che vale la pena di conservare, mentre altri si possono gettare senza tanti problemi. Alcune persone smaltiscono subito quello che non serve loro senza farsi troppi pensieri, mentre per noi questa operazione è stata più complicata. Probabilmente questo fatto deriva dall'educazione che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, che avendo vissuto la guerra e patito privazioni, ci hanno insegnato il risparmio e a conservare tutto, anche le cose inutili, al solo scopo di evitare sprechi oppure per mantenere vivo un ricordo affettivo. Nel mondo attuale tutto questo ha un senso relativo; si parla di riciclo e di gestione dello spreco, ma si parla anche di una vita più minimal ed essenziale. Insomma, va bene tenere le cose che possono tornare utili o trasformarle in altre cose sempre utili, però è importante tenere quello che serve veramente alla vita di tutti i giorni senza eccedere altrimenti le case scoppiano. Per me e per mio marito questo riordino è una questione legata più all'età, e quindi gestionale, che di filosofia di vita. Sicuramente semplificarci la vita ci fa piacere e ci lascia spazio per dedicarci a cose che ci piacciono di più del mettere a posto. Io, poi, con i miei problemi di salute, comincio ad avere serie difficoltà nel mantenere ordinata la casa, per questo motivo sto cercando di facilitarmene la gestione quotidiana, giusto per non dover chiedere un aiuto esterno ed essere ancora autonoma. Comunque, tutta questa storia è saltata fuori con la pandemia. Se non si fosse stati obbligati a restare a casa probabilmente avrei rimandato questo impegno a data da stabilirsi e avrei continuato a lamentarmi, dicendo che non ce la facevo più. Insomma, non tutto il male viene per nuocere 😄
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.