L'atteso scambio di regali con i famigliari è finalmente arrivato e così abbiamo festeggiato il Natale in anticipo, prima che tutta l'Italia finisse in zona rossa e non ci si potesse vedere più. Direi che la parola "festeggiare" non sia il termine adeguato per un incontro senza pranzo e neanche una tazzina di caffè, ci si è limitati a scambiarci i doni e a chiacchierare per un po', sempre con la mascherina sulla faccia e seduti ad adeguata distanza in una sorta di incontro surreale. Io e mio marito siamo andati prima a trovare i miei genitori e poi mia figlia e il suo compagno e ci siamo intrattenuti quel tanto che è bastato per una semplice visita di cortesia, poi ce ne siamo tornati a casa. Lo so, come avvenimento non è stato un granché, ma in compenso io mi sono stancata tantissimo, più del necessario. Prima di andare a fare le nostre visite programmate mio marito mi aveva chiesto se volevo restare a casa, dal momento che attualmente non sto godendo di una buona forma fisica, ma io ho insistito per andarci e questa, alla fine, si è rivelata per non essere stata una buona idea. Il viaggio mi è sembrato più lungo del solito e il ritorno ancora di più, scesa dalla macchina, benché vicinissima alle abitazioni dei miei cari, ho avuto grandi difficoltà a camminare nonostante l'uso del deambulatore e una volta tornata a casa sono crollata esausta sul divano. In quel momento ho realizzato che le visite, e le feste in special modo, non fanno più per me. Riesco a mala pena a tollerare un'incontro, e pure breve, in cui si chiacchiera e basta, figuriamoci la durata di un pranzo tra chiacchiericcio, tante portate e dopo-pranzo. A questo punto, mi viene da dire: meno male che quest'anno non c'è stato niente di tutto ciò! Va bè, per me questo è un periodo problematico per la salute, me ne rendo conto, ma forse, al di là di questo, è che in generale proprio non ce la faccio più a resistere fisicamente a simili frangenti. Fortunatamente l'incontro con mio figlio, se tutto andrà bene, sarà per il prossimo mese e gli incontri con gli altri parenti sono saltati, altrimenti non so come avrei fatto a farcela. Io credo di aver idealizzato questi momenti di vicinanza perché mi ricordo di come erano in passato, ma adesso le cose sono diverse; sono più anziana e la malattia sta facendo il suo decorso, forse è arrivato il momento di accettare un ridimensionamento e di farlo comprendere anche agli altri. Quest'anno, a causa del covid, tutti quanti viviamo le festività natalizie in maniera differente e bisognerebbe approfittarne per meditarci sopra, specie per quanto riguarda gli eccessi e il consumismo. Cogli anni io mi sono ridimensionata parecchio, non che prima fossi portata agli eccessi come adunate oceaniche di parenti, crapule e spese pazze, quello che devo imparare ora è che posso incontrare le persone per un tempo più limitato e senza strapazzarmi troppo. E' vero che quando si è in compagnia non ci si rende conto del tempo che passa e la fatica scompare, però la stanchezza salta fuori dopo e si fa sentire. Per me adesso è così, speriamo di ricordarcelo per il prossimo Natale.
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