Il tempo è cambiato, la nebbia è sparita ed è tornato il sole, che ha fatto salire le temperature rendendo piacevoli le giornate. Con un tempo così viene voglia di uscire, di passeggiare e di andare a scoprire i colori dell'autunno, eppure io quella voglia non ne ce l' ho davvero. Me ne sto tranquilla a casa, ad occuparmi delle mie faccende domestiche e dei miei forum e blog e, se va bene, me ne vado sul balcone giusto per vedere che tempo che fa. Mi sarò anche impigrita di brutto? Non credo, ma questa situazione legata al coronavirus non invoglia a mettere il naso fuori di casa. Il lockdown da zona rossa ha portato alla chiusura di negozi, alla diminuzione del traffico cittadino e bloccato le uscite verso tutti i comuni e regioni, perciò restare a casa sta diventando l'unica scelta possibile. Le strade sono semi deserte, le persone che circolano sono quelle che portano a spasso il cane oppure quelle in tuta da ginnastica che corrono, tutti gli altri si muovono con mete precise, vanno di fretta o viaggiano in bicicletta o in macchina, nessuno passeggia. Con una situazione del genere io non me la sento di andarmene in giro, senza una meta e con la paura del virus. Eh, già! Quasi quasi avevo meno paura questa primavera che adesso. Di recente abbiamo avuto notizia che nostri conoscenti e parenti sono stati contagiati e attualmente sono in quarantena oppure sono appena guariti dal terribile virus; insomma, il covid si prende con più facilità di quanto si possa immaginare tanto che ci si chiede se prima o poi debba prendere anche a noi. Forse è solo una paura ingiustificata, supportata dalle notizie allarmiste dei telegiornali, ma è comunque un dubbio lecito benché si faccia il possibile nel rispettare i consigli preventivi forniti della sanità pubblica. Intanto mio marito continua a lavorare da casa ed esce solo per fare la spesa una volta alla settimana, con tanto di mascherina e disinfettante in tasca, ma non mi sembra intenzionato a fare uscite extra, anzi, ha cominciato a fare acquisti su Amazon. Dal momento che non possiamo andare nei centri commerciali e dobbiamo per forza usufruire del supermercato più vicino a casa, ho deciso anche io di acquistare online i prodotti che non trovo lì e di evitare di tormentare il marito nella ricerca di prodotti analoghi mentre gira tra gli scaffali durante la spesa. Ammetto che la cosa è stata fattibile ed ho ottenuto quello che volevo. Per velocizzare le consegne ed utilizzare le offerte di Amazon, mio marito ha optato per l'iscrizione "Prime" e anche questa si è dimostrata una buona mossa, in quanto abbiamo avuto il vantaggio del risparmio su alcuni articoli, senza contare che l'opzione "Prime" permette la visione televisiva del proprio canale con la possibilità di scegliere tra film gratis e a pagamento. Personalmente, nonostante i benefici, continuo ad essere restia a questo sistema di acquisto ed ho le mie riserve; continuo a sentire la mancanza tattile e visiva del prodotto, che si può avere solo andando di persona in un negozio: in questo sono ancora troppo primitiva :D Al momento non è possibile coltivare le proprie abitudini e gli acquisti online ovviano alla chiusura dei negozi considerati non essenziali e alla riduzione dei i mercati. Sembra uno di quei mondi descritti nei libri di fantascienza, in cui la gente vive rintanata nelle proprie abitazioni mentre fuori c'è il pericolo degli alieni cattivi. Ovviamente non è la stessa cosa e si tratta di fantasia, ma qualche attinenza c'è. Il contesto attuale non è lo stesso che si era verificato questa primavera e c'è comunque una maggiore libertà d'azione, tanto che le sospirate passeggiate sono permesse nei dintorni di casa, eppure da parte mia la voglia di uscire non c'è e credo sia più per una questione psicologica che altro. Nel momento in cui si scopre che ti possono portare tutto a casa e che non devi più andartelo a procurare fuori dalle mura domestiche la cosa diventa abitudine e scatta la pigrizia, fatta eccezione che devi fare le corse per raggiungere il corriere che ti fa le consegne al volo, ma questa è un'altra storia. Non avrei mai immaginato di dover vivere l'esperienza di una pandemia con tutte le sue conseguenze. Mi ricordo che la mia mamma mi raccontava di aver vissuto l'esperienza della guerra, condita di paura e fame, e suoi racconti parevano terribili. Adesso questa situazione non è certo paragonabile a quella: non c'è la la guerra, non c'è la fame, la paura è contenuta, ci sono medicine e terapie, non tutti soccombono e molti si salvano, quello che c'è è che si sopporta meno il disagio.
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