Questa settimana le giornate sono tutte praticamente piovose, mi aspettavo, come negli anni passati, l'arrivo di giornate che preludessero all'estate ma quest'anno sembra il contrario. Spero che almeno la siccità diminuisca e che l'estate sia finalmente un po' più fresca rispetto agli anni precedenti, anche se credo non sarà così. Le temperature si sono drasticamente abbassate, persino intorno ai 13°, tanto che la caldaia, spenta da giorni, ha ripreso improvvisamente a scaldare e i termosifoni sono diventati subito bollenti. Restare a casa in questi giorni piovosi non mi sta pesando tanto; ormai mi sono abituata alle consuetudini casalinghe e, se prima l'idea di uscire con la pioggia mi dava un po' fastidio adesso, però, l'affronterei anche solo come diversivo, ma sono diventata così pigra che preferisco starmene sul divano. Direi che, comunque, l'idea di starmene sul divano a guardare la tv non mi entusiasma molto. In queste ultime settimane è stato davvero difficile trovare un programma decente all'infuori del notiziario. Da giorni è il festival delle repliche, anche con ripetizioni nell'arco della stessa giornata, ad orari diversi, del medesimo programma. Non ne posso più. I film vengono ripetuti consecutivamente dopo una o due settimane, le serie di telefilm appena terminano riprendono immediatamente, i programmi di arredamento che seguo io sono riprogrammati in sequenza per cui passano sul video a ciclo continuo e i notiziari parlano solo del covid 19; insomma, la noia televisiva è diventata il vero programma quotidiano. Se si potesse, si compenserebbe questa penuria di programmi con le uscite fuori casa, ma permane ancora il divieto delle passeggiate fine a se stesse. Si potrebbe osservare che un'alternativa alla tv sarebbe la lettura di un buon libro, e su questo sono perfettamente d'accordo, solo che io ho smesso di leggere. Da giovane ero un topo da biblioteca, forse perché a quei tempi non c'era la tv in casa e leggere era uno dei tanti svaghi che ci si poteva permettere, adesso non mi sento più di affrontare la lettura. Nemmeno quella di un fumetto. Sono diventata refrattaria a questo tipo di attività perché non ho più la giusta concentrazione, la serenità di affrontare un racconto e nemmeno la pazienza di conoscere le vicende di una storia e con questi presupposti diventa difficile affrontare la lettura di qualsiasi cosa. Più che leggere sto scoprendo che preferisco scrivere, non tanto racconti di fantasia quanto di cose reali e in particolar modo delle mie vicende personali, forse perché è più facile. Certo che il tempo cambia parecchio le persone. Se mi avessero detto che invecchiando non avrei più preso in mano un libro non ci avrei creduto e invece è andata proprio così e così ho imparato che non bisogna mai fare affidamento sulle proprie preferenze, che tanto il tempo poi le cambia.