Non è un periodo assolutamente facile per me, dopo l'influenza è saltata fuori la mia malattia cronica che mi ha creato parecchie difficoltà e non ne sono ancora del tutto fuori. Sono ormai più di tre settimane che non sto bene e non sono più uscita di casa, se non per scendere in cortile a gettare l'immondizia e sempre accompagnata dal marito, che da sola non mi reggevo in piedi. Sono stanca di questa situazione fisica e mi piacerebbe riprendere la mia solita vita; mi rendo conto che al momento non è proprio possibile in quanto le mie condizioni di salute non me lo permettono e pertanto è tornato il pensiero di trovare un'abitazione più comoda e più adatta alle mie esigenze. Lo so, pensare a passeggiate o ai centri commerciali è ancora un pensiero prematuro, ma non è detto che non possa capitare nell'imminenza se c'è un miglioramento. Nel frattempo sto trascorrendo le giornate a fare decluttering nella mansarda-magazzino e ho capito di aver accumulato tante di quelle cianfrusaglie da averne perso il conto. Sono sempre più consapevole di appartenere a quella generazione dell'accumulo legato all'idea del "potrà servire in futuro" o "ci sono affezionato"; in realtà, quello che avevo tenuto da parte nella speranza che sarebbe potuto servire in futuro non è mai servito e quello tenuto per affezione è finito nel dimenticatoio. Ho addirittura conservato abiti di quando ero ragazza, in cui non entro più e che sono ormai passati di moda, tenuti nella soffitta accatastati gli uni sugli altri per mancanza di spazio. Ovviamente dopo anni in queste condizioni si sono stropicciati e lisi e non sono nemmeno più vendibili come usato vintage. E poi ... montagne di libri, i soprammobili che non piacevano più ma che dispiaceva gettare, le immancabili bomboniere degli eventi di parenti e amici, i lavoretti scolastici dei bambini (che adesso sono adulti) ed tanta altra roba non meglio classificabile. Per farla breve, un mucchio di cose inutili e inutilizzate. Con tanta pazienza io e mio marito abbiamo cominciato a preparare sacchi di cose da portare all'ecocentro per lo smaltimento differenziato e a ripulire quell'immane catasta dagli eccessi, scoprendo che la mansarda ha i muri e un pavimento. In passato avevamo già affrontato il problema ma senza soluzione, nel senso che avevamo buttato via degli oggetti ma poi ci eravamo scoraggiati per la quantità di cose da vagliare e poi perché è un lavoro noioso. Spero che questa sia la volta buona e che riusciremo a fare una drastica pulizia. Credevo che il ripetere questa operazione mi avrebbe disturbato per la sua complessità, in realtà l'unica cosa che mi disturba è il ritornare ai ricordi, non la pulizia. La sensazione è quella di levarsi un peso di dosso. Siamo vissuti per anni con tutta quella roba sulla testa, senza avere il coraggio di buttare via niente e se tempo fa lo abbiamo fatto è stato solo in minima parte; spero che questa volta avremo il coraggio di andare fino in fondo. Intanto, dopo aver scoperto che la nostra casa di campagna non si può più ristrutturare a causa dell'abolizione del super bonus e dello sconto in fattura, stiamo eliminando anche le cose che avevamo là e portato a casa in attesa dell'inizio dei lavori. Quella casa verrà sicuramente venduta e intanto stiamo preparando altri sacchi di roba da portare sempre all'ecocentro. Concludendo, questa operazione di decluttering è faticosa soprattutto perché non è mai stata fatta negli anni passati e perché il cumulo di ciarpame è grosso. Per la maggior parte viene sbrigata da mio marito mentre io mi limito solo alla consulenza e, anche se non faccio fatica fisica, la concentrazione che richiede mi sfianca ugualmente e alla sera mi sento uno straccio. Come considerazione di chiusura direi che questo è un inizio di anno davvero particolare, spero che finisca con un successo.
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