Dopo estenuanti settimane di chiusura, da ieri è iniziata una parziale riapertura di attività e spostamenti e finalmente si possono andare a trovare i parenti stretti. Dal punto di vista delle attività a me non cambia molto, mio marito continua a lavorare da casa e io non mi posso spostare da nessuna parte se non c'è qualcuno che mi porta, per cui il mio confinamento casalingo persiste; per quanto riguarda i ricongiungimenti famigliari a quello ci hanno pensato i miei genitori che, giocando di anticipo, oggi sono venuti a trovarmi. E' stata solo una fugace visita senza abbracci e stando a distanza di sicurezza, ma almeno ci siamo visti e abbiamo scambiato due parole di persona. Per fortuna, entrambi stanno bene e adesso che possono muoversi li ho visti davvero sollevati; l'isolamento li aveva rattristati, specie mio papà, in quanto non riuscivano a capacitarsi di questa situazione interminabile e senza soluzioni apparenti che, alla loro età in cui il tempo è prezioso, li aveva obbligati a perdere momenti di vita attiva e lontani dai loro affetti più cari. Purtroppo la tanto auspicata "fase 2" della riapertura è più una "fase 1 e qualcosa", ma non ci si può certo lamentare rispetto a come si stava prima, ora c'è uno spiraglio in cui fare e muoversi. C'è solo tanta paura del contagio, che tende a bloccare gli approcci di ogni tipo ed obbliga a stare attenti, anche se la voglia di ricominciare è veramente tanta. Ogni giorno si parla di programmi per affrontare l'estate e soprattutto l'autunno, spesso non si riesce a trovare la quadra giusta a causa dei mille dettagli che bisogna accordare e degli imprevisti da calcolare, ma ci si impegna per fare comunque qualcosa e questo è un gran bene per tutti. Forse anche io riuscirò ad uscire dalle mura domestiche ed affronterò con tutte le cautele necessarie l'esterno, che non sia il cortile condominiale di cui conosco ormai ogni centimetro, e solo allora testerò la mia capacità fisica e mentale di fronte alle incognite. Non so se ho ancora voglia di avventura, la nuova quotidianità tutta in casa mi ha resa davvero pigra; anche io ho bisogno degli stimoli giusti per una bella ripartenza ed uscire dal mio guscio. La mia prima novità da affrontare saranno le nuove regole di convivenza civile e così sarà la mia prima volta con guanti e mascherina, poi .... vedremo.
Questo lungo periodo di isolamento non ha certo evitato alle seccature di fare la loro comparsa in casa e così si sono di nuovo fatti vedere gli scarafaggi, di cui per mia fortuna si è occupato il marito, e ci sono stati problemi idraulici. Quest'ultima questione nemmeno me la immaginavo. L'anno scorso avevo dovuto cambiare la caldaia, in quanto troppo vecchia e malfunzionante, e l'avevo sostituita con una di recente fabbricazione ed elettronica, per cui ho trascorso l'inverno al caldo e soddisfatta e sopratutto in piena tranquillità per aver fatto la cosa necessaria. Da alcuni giorni, però, mi ero accorta che l'acqua calda non raggiungeva la temperatura desiderata e dopo l'ultima doccia con acqua appena tiepida avevo iniziato ad avere dei dubbi sul suo funzionamento. Siccome la caldaia è ancora in rodaggio e non è ancora trascorso un anno dall'installazione, ho pensato che con l'arrivo del caldo ci fosse un normale assestamento, poi per sicurezza ho controllato la pressione ed ho scoperto che era arrivata a 0. Piena di dubbi ho cercato ancora una volta una risposta nel passaggio stagionale, finché non mi sono lavata i capelli nell'acqua gelata ed allora, dopo una lunga serie di imprecazioni ed un litigio con il marito, si è capito che era ora ora di chiamare un tecnico. Purtroppo le cose succedono sempre nel fine settimana in cui, aldilà delle restrizioni per la pandemia, i servizi sono sospesi e siamo stati obbligati, obtorto collo, aspettare fino a lunedì. In quei giorni, intanto, mi sono accorta accidentalmente che una delle valvole di uno termosifoni stava gocciolando e che sotto il calorifero si era formata una bella pozza d'acqua. A quel punto ho capito che la caduta di pressione della caldaia era dovuta a quella perdita, anche se non capivo come mai non c'era acqua calda. Quando finalmente l'attesa del lunedì si è conclusa ed abbiamo sentito un tecnico, abbiamo scoperto che la pressione della caldaia si poteva alzare girando semplicemente una manopola, ma che il problema del termosifone gocciolante si poteva risolvere solo chiamando un idraulico e non un tecnico per caldaie. Dopo la scoperta della perdita, mio marito si era ingegnato bloccando la valvola rotta con un tappo di resina delle bottiglie da vino e in quel modo avevamo trascorso il fine settimana, finché il lunedì stesso abbiamo avuto la visita di un idraulico. Per farla breve: il sistema di mio marito funziona e la valvola da sostituire non esiste più sul mercato da molti anni, per cui verrà sostituita con un modello più nuovo. Quando avverrà la sostituzione? Ancora non lo sappiamo.