Ed è trascorsa la prima settimana di vera attività da dopo l'operazione: ho un sacco di arretrati 😢 Ho anche incominciato con i primi appuntamenti per i controlli medici di routine, rimandati per via dell'intervento chirurgico, e sono un po' in apprensione. Non è che mi trascuro, è solo che passano gli anni e il fisico non è più quello di una volta. Me ne accorgo soprattutto quando faccio le faccende domestiche: mi stanco subito 😞 So che è anche a causa, anzi, principalmente, della malattia, ma la cosa brutta è che quando mi fermo poi tendo a diventare pigra e perdo allenamento.
In questi giorni ci sono state delle belle giornate di sole, ma io avevo troppo da fare e sono uscita solo per necessità. Mi dispiace un po'. Vorrei fare qualche passeggiata per puro divertimento e andare a vedere un po' di fiori, dal momento che è stagione. In questi giorni invece ho visto giardini fioriti solo passando velocemente con la macchina, senza contare che mio marito è persino andato nella nostra casa di campagna. Mentre era là mi ha inviato una foto della magnolia fiorita e sono rimasta estasiata; anche se la pianta è giovane è il secondo anno che fiorisce e io me li sono persi tutti e due 😫 So perfettamente che non potevo accompagnarlo, non mi debbo sforzare e so che mi stancherei subito, ma mi avrebbe fatto piacere vedere il giardino in primavera. I miei genitori ci sono già stati ed hanno trovato un tappeto di viole fiorite, i tromboni svettanti e con le corolle aperte e il susino coperto di fiori. Anche l'albicocco ha fatto sfoggio della sua fioritura, ma sembra aver patito la stagione ed era coperto di pochi fiori; mi chiedo se quest'anno frutterà o se come gli anni precedenti si perderà il raccolto. Mio marito, invece, mi ha dato la brutta notizia riguardante il nocciolo. Questa pianta che esiste da anni, amatissima da tutti noi, ha iniziato a seccare e anche sono stati fatti i necessari lavori di pulitura dei rami secchi, sembra ormai pronta al declino. Persino i vecchi fichi stanno dando segni di cedimento e da qualche anno a questa parte hanno iniziato a rinsecchire e a coprirsi di foglie sempre tardi nella stagione. L'unica spiegazione plausibile a questo costante decadimento credo sia il cambiamento climatico. Anche se le piante sono vecchie potrebbero comunque essere vegete ancora a lungo, invece stanno morendo anticipatamente. Gli inverni sono sempre più asciutti e non nevica più, le temperature delle stagioni fredde sono sempre troppo alte rispetto alla media, cosicché autunno e inverno sono diventate rispettivamente un prolungamento dell'estate e un anticipo di primavera. Trent'anni di clima così hanno impedito alle piante di adattarsi alla variazione e in natura chi non è in grado di sopravvivere è destinato a morire, anche prematuramente. Non so proprio come sostituire queste piante con un destino così infausto :( Al momento, le nuove piante immesse negli anni appena trascorsi e che hanno dimostrato tempra, e che quindi sono sopravvissute, sono state i pini excelsa e le palme. Dei recenti alberi da frutto solo il susino e il pero sono riusciti a fruttare, mentre il pesco e l'albicocco non hanno mai dato raccolto. Ho anche due meli nuovi ma sono ancora troppo giovani per dare qualcosa. Per questo anno è previsto l'abbattimento del vecchio melo, quello che dava una qualità di frutto antica e ormai scomparsa, che sembra essere del tutto seccato e diventato solo ricettacolo di calabroni. Anche questa non è certo tra le buone notizie e sinceramente non so come risolvere la situazione. Mi dispiace vedere tutti questi cambiamenti e il non poter fare niente per impedire la morte di queste piante mi avvilisce ancora di più. In questi giorni si sta appunto parlando del grosso problema del cambiamento climatico e dell'inquinamento, la gente è scesa in piazza a manifestare il proprio disappunto e a chiedere più attenzione a questo immenso problema che riguarda tutti, ma io sono scettica. Non credo si possa fare qualcosa, ci sono interessi economici troppo grandi che impediscono alla macchina produttiva di cambiare rotta. Non si può cambiare né il tipo di economia, che ha fagocitato tutto il mondo, né il tipo di produttività che ha generato: nessuno vuole rinunciare a stare meglio e ad avere meno soldi, tutti vogliamo mantenere i nostri privilegi a qualunque prezzo, anche a costo di sommergere il mondo di plastica e a produrre CO2. E questa la chiamano civiltà. Sì, civiltà del consumo: infatti consuma tutto e lascia dietro di sé solo cenere :\
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