Anche se sta arrivando la primavera con la sua proverbiale rinascita, per me non cessano i disagi. Di recente, ho fatto una visita medica per rabberciare i disturbi minori di salute che mi affliggono da tempo e, naturalmente, ne è saltata fuori una nuova : un'altra terapia a lunga scadenza da aggiungere a quella che ho già. Quando leggo i bugiardini mi viene voglia di non fare nessuna cura e il discorso è sempre lo stesso: o mi tengo il malanno o provo a curarlo. Di solito tendo ad adagiarmi nella pigrizia e a progettare l'inserimento di una nuova terapia cercando di farla diventare abitudine, in questo modo diventa automatico farla e non ci penso più. Stamattina mi sono fatta forza ed ho iniziato la nuova prescrizione medica, con la speranza di non avere effetti collaterali indesiderati e di raggiungere il primo obiettivo di due mesi :\ Gli obiettivi successivi verranno stabiliti dopo aver raggiunto il primo. Sembra la soluzione più ovvia, certo! Sulla carta, però!
Dopo aver visto finalmente che stanno sbocciando i fiori primaverili, mi è venuta voglia di andare nella casa di campagna, ma non mi è stato possibile in quanto ho dovuto occuparmi di mia mamma. Così c'è andato solo mio marito, che mi ha poi raccontato dei fiori sbocciati laggiù. Per la prima volta è fiorita la mia magnolia che, essendo stata piantata pochi anni fa, non mai aveva messo fiori ma solo foglie. Uno spettacolo che purtroppo mi sono persa :( Pazienza, sarà per il prossimo anno. Intanto, sto continuando ad aiutare mia mamma a fare pulizia di vecchie cose, o meglio, di vecchi ricordi. E' un lavoro emotivamente difficile per entrambe. Ogni cosa riporta ad un passato che fa ripercorrere la propria vita e non è semplice decidere tra quello che deve restare nel dimenticatoio ed eliminato una volta per tutte e quello che invece può essere conservato. Ogni persona ha una propria vita e gli oggetti di cui si circonda sono come tessere di quell'esistenza, liberarsi di quelle tessere è rendersi conto di quanto sia effimera la vita. La mia mamma è sempre stata una persona molto legata al passato, e con l'età lo è diventata ancora di più, di conseguenza non è mai riuscita a separarsi da tanti oggetti che le ricordavano momenti di vita trascorsi dall'infanzia fino ad oggi. A quegli oggetti si sono sommati quelli appartenuti ai miei nonni e ad altri parenti, tutti mancati da tempo, che hanno infoltito la già numerosa collezione. Nel complesso non si tratta di oggetti di valore economico ma solo sentimentale ed è proprio questo il punto cruciale che ostacola ogni scelta. Si vorrebbe conservare tutto perché ogni cosa è un pezzo di storia personale, ma non è oggettivamente possibile e bisogna fare la fatidica scrematura. Ogni volta che vado ad aiutare la mia mamma in questa operazione di cernita mi sento sempre a disagio; vengo sommersa da una valanga di ricordi e non riesco a capire se si tratta di nostalgia o della semplice constatazione che la vita di una persona sta volgendo alla fase finale e quello che sto vedendo e toccando non è solo la sua esistenza, ma anche la mia. E' un lavoro sia doloroso che piacevole al tempo stesso; da una parte il pensare al passato è vedere qualcosa che non c'è più, dall'altra c'è il ricordo di quello che si è stati e che ci ha fatto sentire vivi in quei momenti.
In questo momento penso a tutte quelle persone che hanno avuto i genitori anziani e a come hanno vissuto la loro vecchiaia , però adesso è toccato a me.
Di questi tempi è il tema dell'immigrazione selvaggia è uno degli argomenti dibattuti e vissuti più o meno da tutti. Da anni vediamo le nostre città e paesi invasi da stranieri, non certo in visita turistica, che vivono in pianta stabile nel nostro paese. Da anni questa diffusione è diventata capillare e pressante e non sembra terminare. Il problema che ne deriva è essenzialmente legato all'integrazione e alla discriminazione di queste persone che vengono da lontano, con il loro carico di miseria e problematiche. Ci viene insegnato ad essere civili ed accoglienti, rispettosi della diversità altrui, ma quando gli ospiti risultano indifferenti, prevaricatori e chiaramente refrattari ad ogni integrazione allora diventa difficile restare osservanti dei propri insegnamenti. Ne ho già parlato in un recente topic dell'arrivo nel mio condomino di una famiglia rumena, che da subito ha evidenziato la sua dichiarata intenzione a non integrarsi esponendo per mesi sul balcone di casa la propria patria bandiera. Nessuno ha obiettato a questa esposizione, ma quando le suddette persone hanno cominciato a fare il barbecue nel cortile condominiale, inondando di effluvi tossici il condominio, e a tenere lo stereo a volume inaccettabile nelle ore notturne, qualcosa è scattato. Ieri c'è stata la prima richiesta diretta da parte di alcuni condomini di contenere i fumi del barbecue e il volume della musica con esito negativo, anzi, violento. Nessuno si è fatto male, ma è stato l'inizio dichiarato di una tensione che si protrarrà nel tempo. Purtroppo non esistono leggi che ci proteggano dalla maleducazione, né dai pericoli da essa derivanti; fino a che non ci sono feriti o morti non esiste prevenzione.