Sono giunti sulla mia tavola quelli che io considero i veri frutti d'autunno: castagne e nocciole. Dal momento che è passato il periodo della vendemmia, legato ancora a giornate di sole e ai grappoli d'uva bianca o nera, l'unica uva rimasta è quella da tavola che si acquista al supermercato. Il mio piccolo filare sta entrando nel periodo di riposo e non ha più grappoli da raccogliere; le sue foglie stanno ingiallendo e presto se ne spoglierà del tutto. E' il momento di castagne e nocciole; abitualmente consumo le prime arrostite nella tipica padella di ferro forata, le seconde, invece, preferisco tostarle. Il profumo di questi frutti caldi lo considero il profumo dell'autunno e mi piace quando invade la cucina :) Non sono ancora arrivati funghi. Quest'anno la scarsa pioggia non ha prodotto molto e i miei genitori, provetti fungaioli, sono tornati con il cestino vuoto. Da molti anni non mi dedico più alla ricerca di funghi e ne ho anche diminuito il consumo, che è diventato sporadico nell'arco dell'intero anno e ridotto essenzialmente all'acquisto di funghi coltivati. Sulle bancarelle del mercato sono arrivati i porcini, ma non credo siano un prodotto nostrano e, dato il costo, non li acquisto.
Finalmente: la prima passeggiata nel vero clima autunnale. Non è forse così piacevole come quelle dei giorni passati, ma l'autunno, quello vero, è fatto di umidità, cieli plumbei, foglie umide e cadute e del primo freddo. A forza di guardare il panorama dalla finestra o dai finestrini dell'auto, mi ero quasi dimenticata come fosse viverci dentro. Mi ero dimenticata di come l'umidità ti entra nelle ossa attraverso i vestiti, di come fossero sdrucciolevoli le foglie umide e di come i suoni risultino ovattati nella bruma. L'aria umida che entra nel naso sembra portatrice di malanni e sono già arrivati i primi raffreddori, ma la stagione autunnale è fatta anche di questo. Così è iniziata una lunga attesa al riposo dell'inverno.
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