Piove da qualche giorno e c'è tanta umidità; in casa è più freddo ma non così tanto da accendere il camino, è sufficiente indossare i capi invernali e mettersi addosso una coperta quando si sta fermi per sentire meno il disagio del tempo. Oggi c'è stata una breve schiarita. La bassa pressione dei giorni scorsi è diminuita, il cielo è rimasto comunque coperto di nuvole ed è cessata la pioggia. Finalmente ho potuto scorgere le montagne dal balcone di casa. Erano tutte bianche, bellissime, e facevano la loro maestosa comparsa tra le case dai tetti bagnati. E' strano vedere ancora la neve, eppure l'inverno non è terminato. Gli alberi hanno già le gemme e questo paesaggio bianco ed invernale sembra stonare con l'imminente arrivo della primavera. Intanto non ho ancora aperto le pesanti tende della veranda del secondo balcone, anche se le temperature si sono mitigate e i rigori dell'inverno sembrano allontanarsi ogni giorno di più. Mi piacerebbe guardare la strada con la gente e le automobili che passano e vedere il treno che rallenta in prossimità della stazione oppure che correre via per raggiungere la prossima fermata. Ormai mi sono abituata a questo angolo ovattato e immagino ciò che succede oltre la cortina opaca ascoltando solo i rumori circostanti; in fondo non è una brutta sensazione e credo che la privacy sia molto importante più di una bella veduta. Non ho ancora sistemato il balcone. Settimane fa mi ero fatta portare da mia figlia il vecchio portavasi che avevo sul balcone della vecchia casa, un tempo era coperto di vasi con piante di ogni tipo adesso è solo vuoto. L'ho posizionato lì in un angolo, in attesa che con l'arrivo della buona stagione si possa di nuovo vestire di vasi come una volta. Secondo il suggerimento del marito non ci saranno più piante vere ma solo finte. Non me la sento più di dedicarmi alla cura delle piante, non ne ho più voglia, nemmeno mio marito che all'epoca insisteva tanto per avere il balcone verde. Non so, mi sembra che siamo invecchiati più presto del solito. In questi giorni stiamo affrontando qualcosa di terribile; mio padre è ricoverato in ospedale ed è una cosa seria. Sono andata a visitarlo seduta sulla mia carrozzina perché da giorni le gambe mi danno problemi e mi reggo in piedi con difficoltà. E' iniziato il compito di raccogliere le sue ultime volontà ed essendo l'unica figlia tocca a me l'incombenza: è una cosa così difficile, non ho parole per spiegare come mi sento, è il mio corpo parla per me.
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