Ancora vento. Questa primavera è iniziata con tanta instabilità; giorni fa c'era stato un vento fortissimo che mi aveva addirittura rovesciato l'armadietto sul balcone, poi ci sono state giornate in cui sembrava dovesse diluviare e non l'ha fatto e adesso c'è di nuovo il vento, e io lo patisco. Sinceramente non so mai come vestirmi quando esco. Ho avuto poche occasioni e in quelle poche ho sempre sbagliato; o mi sono vestita troppo pesante oppure troppo leggera: è il sole che mi confonde. Nonostante l'instabilità, le giornate sono sempre soleggiate. Già al mattino c'è tanta luce che entra dalle finestre e adesso che c'è l'ora legale la giornata sembra non finire mai; per questo motivo tendo sempre a scegliere capi più leggeri oppure più pesanti se c'è il vento. A parte questa futile discussione sul tempo la questione più importante è un'altra: il decluttering. Ormai sono post e post che continuo a parlare a profusione di questo argomento, ma la faccenda è veramente complicata. In casa sta cominciando ad esserci confusione, uno stato che sicuramente non aiuta a portare a compimento il lavoro, e il termine è ancora lontano. Dal momento che le cose da eliminare vanno selezionate in base ai materiali, mi sono ritrovata ad avere così tanti sacchi di carta che mio marito è dovuto andare a portarli all'ecocentro per non intasare il cassonetto condominiale. Questo fa capire l'assurdità della situazione. Per altri oggetti abbiamo provato la via della vendita, ma senza risultati. Nessuno vuole le cose vecchie, nemmeno per regalo e io sto pensando che se non riesco a sistemarle in qualche modo l'ultima spiaggia è il cassonetto. Per i mobili vale il medesimo discorso, solo che quelli sono più pesanti da trasportare e dovremmo farci aiutare da qualcuno. Intanto io sto piano piano superando l'ostacolo del legame affettivo nei confronti degli oggetti da eliminare. Vedendo la confusione che si è venuta a creare a causa del loro spostamento e dei sacchi di spazzatura conseguenti, comincio a detestare tutte quelle cose che avevo messo da parte con cura e tenuto immagazzinate per anni. Solo adesso mi rendo conto che ci sono oggetti che per anni non ho più toccato o che neanche ricordavo di avere e il riprenderli in mano non mi ha suscitato diletto, ma piuttosto fastidio. Probabilmente il passato deve restare come tale e i ricordi felici sono dentro di me e non è necessario averli anche negli oggetti, se poi questi finiscono immagazzinati. Ho tenuto cose assurde come la corrispondenza con alcune persone. Ai miei tempi non c'era internet, le mail elettroniche, WhatsApp e le videochiamate, si scrivevano le lettere e si facevano le telefonate con il telefono con l'addizionale a disco. Lo so, sembra di parlare della preistoria, ma tutto questo per dire che tenere tutte quelle lettere in una scatola che non ho più aperto per anni è stato stupido. Quando l'ho trovata ho gettato via tutto senza neanche rileggere e questo significa che se non l'avevo fatto prima non aveva senso nemmeno farlo adesso. Comunque, il fatto di non riuscire a vedere la fine di questo lavoro mi sta dando sconforto. Anche rabbia, però. Se fossi stata più furba prima, cioè se a suo tempo avessi buttato via tanta roba, a quest'ora non dovrei fare tutta questa fatica. Ad accrescere lo sconforto è anche l'insuccesso riguardo la casa. Abbiamo provato a venderla, ma non la vuole nessuno. Finora si sono presentate coppie giovani che potrebbero essere nostri figli, data l'età, a cui evidentemente sembra di entrare nella casa dei genitori da cui sono già andati via o da cui vogliono andarsene. Tra l'arredamento tradizionale e tra la disposizione delle stanze, adesso va tanto l'open space, la casa non soddisfa. Se non vendo la mia casa come faccio a comprarne una nuova? Passo le giornate a smistare oggetti e a fare sacchi spazzatura e i sogni di un posto nuovo sembrano sbiadire sempre di più.
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