venerdì 17 aprile 2020
Le solite giornate
Da marzo, mese che ha segnato l'inizio dell'isolamento, le giornate sono diventate quasi tutte uguali; a casa mia si sono instaurati nuovi orari per i pasti, legati a quelli del marito che lavora da casa, le attività domestiche sono diventate le attività prevalenti e tv e computer sono diventati i passatempi preferiti. Solo le uscite in cortile per andare a gettare la spazzatura sono gli eventi settimanali di rilievo, fatta eccezione per l'unico giorno destinato alla spesa, che però è prerogativa del marito. Sono giornate noiose, lo ammetto, ma al di là di questo hanno comunque un vantaggio indiscutibile e decisamente apprezzabile: hanno ritmi lenti. La frenesia e lo stress della normalità sono stati mitigati dal lockdown, che ha portato con sé anche un silenzio meraviglioso, che induce a pensare di più a sé stessi. La fatica fisica che prima mi creava tanti problemi ora è contenuta da questi nuovi ritmi e dalla presenza del marito, insomma, non sto poi così tanto male. Il vero problema non è affrontare la noia del quotidiano, ma la ripresa della normalità di prima. Se adesso l'agenda è vuota, come sarà quando cominceranno ad esserci di nuovo impegni e scadenze? In fondo, sembra quasi di essere in vacanza. Ci sono persone che di fronte a questa costrizione diventano irritabili ed insofferenti, non riescono ad accettare di non poter uscire e di non poter riavere la vita di prima, per cui si inventano tutte le scappatoie possibili pur di mettere il naso fuori casa, anche a costo dei subire le pesanti sanzioni dello stato. Io non sono fra questi. Stare a casa mi piace, anche se fare una passeggiata per le vie deserte e i negozi chiusi sarebbe davvero un'esigenza irrinunciabile. Mi è dispiaciuto perdermi la primavera. Credo che il non aver potuto godere di aiuole e alberi fioriti sia stata la cosa più difficile da sopportare; i giardini che vedo dal balcone o dalla finestra non hanno comunque compensato questa mancanza, specie adesso che ho eliminato la maggior parte dei miei vasi. Comunque, anche quando riprenderò la mia vita normale, non credo che mi metterò a coltivare nuove piante. Nonostante tutto il tempo a disposizione non sono ancora riuscita pulire il balcone. L'incertezza delle condizioni meteo mi ha reso difficile sostare fuori a lungo, figuriamoci se avessi dovuto mettermi a pulire tutto. La mia preoccupazione è quella di non ammalarmi; meglio un balcone in disordine che un raffreddore. Prima o poi sarà bello e potrò fare quello devo :