Nei giorni scorsi c'è stato un ritorno all'inverno dopo l'arrivo della primavera. Le temperature sono calate di alcuni gradi, è piovuto e anche nevicato. Ho saputo che la mia casa di campagna si è trovata coperta da un velo di neve, ma io non ho certo potuto andare vedere com'era; me la sono immaginata con il tetto bianco e il giardino incolto e credo fosse davvero così. Uno dei nostri vicini è passato nei pressi e ci ha detto telefonicamente che il tetto era bianco ma a posto; un bella fortuna, visto che quest'anno è stato riparato ben due volte. I fiori del giardino adesso saranno sommersi dall'erba, che non viene più tagliata da mesi, e gli alberi da frutto avranno sicuramente patito questo freddo improvviso; temo che quest'estate non raccoglierò un bel niente. Tutti gli anni è la stessa storia: gli inverni sono troppo miti, arriva la primavera e sotto Pasqua fa freddo e nevica. Non so cosa dire. Tutti i giorni guardo dalla finestra per vedere gli alberi dei giardini confinanti, li vedo verdi o coperti di fiori e vorrei andare a fare una passeggiata, anzi, mi basterebbe una corsa in macchina per guardare fuori dal finestrino pur di assaporare un'aria diversa da quella domestica. Non ho ancora pulito il balcone. Con questo freddo ho di nuovo dovuto vestirmi come quest'inverno e non ho avuto voglia di iniziare le pulizie all'aperto; giorni addietro io e mio marito avevamo eliminato vecchi vasi e piante morte e già quello è stato un inizio di pulizia. Aspetterò ancora, tanto, chi ha fretta?
Tutto è pronto per il lavoro da casa. Non parlo per me ma per mio marito, che all'inizio settimana ha ricevuto un nuovo computer dal compagno di mia figlia. L'installazione è andata a buon fine e tra breve inizierà il lavoro in studio. Ho tempo un settimana per adattarmi ai nuovi orari e capacitarmi che mio marito starà ancora con me e che dovrò preparare il pranzo per due. In questi giorni di ferie forzate averlo vicino mi sembrava una lunga vacanza, adesso, però, sarà così fino a nuove disposizioni. Da subito ho capito che mentre è al computer non potrò disturbarlo per farmi prendere la scatoletta sul ripiano in alto della cucina, né per farmi aiutare a stendere il bucato, insomma, dovrò starmene buona buona e lasciarlo lavorare tranquillo. Sinceramente sono contenta, queste sono inezie; da sempre è andato a lavorare fuori e io mi sono arrangiata da sola, anche quando avevo i bambini piccoli, non vedo alcuna ragione per cui non posso farlo di nuovo, in fondo si parla solo di poche settimane fa. In questi tempi di epidemia, sapere che deve uscire per andare al lavoro, per me sarebbe una grande preoccupazione, pertanto mi ritengo una persona fortunata. E' brutto dover lavorare fuori di casa con questa paura incombente del contagio, eppure c'è un sacco di gente che lo deve fare per forza ed è a loro che va la mia gratitudine; senza di essi io non potrei vivere al sicuro nella mia casa.