La temuta ondata di calore è arrivata e neanche tanto improvvisa; si è preannunciata già dal mattino di qualche giorno fa, con i termometri che rischiavano di spaccarsi. Ieri, mentre viaggiavo in macchina, non appena incontravo un termometro appeso su qualche muro, tipo quelli dei supermercati che ti dicono anche giorno e ora, cercavo di leggere la temperatura per vedere fino a che punto era salita. Dai confortanti, si fa per dire, 36°C si arrivava fino ai 41°C e io, chiusa nell'abitacolo, con l'aria condizionata accesa, speravo che la strada diventasse il più lunga possibile per ritardare il momento della discesa. Sono giornate terribili e la televisione ha comunicato che il caldo durerà per un'intera settimana, raggiungendo picchi critici. Per me significa dover rinunciare alle mie passeggiate e limitare le uscite solo per impegni e necessità impreviste. Io non riesco a tollerare il caldo, mi sembra di soffocare e sudo in maniera assurda, con i rivoli che mi scendono sulla faccia. E' il periodo in cui, anche se ti lavi, ti sembra di non esserti lavato da giorni perché appena uscito dalla doccia dovresti già rientrarci. Il mio dramma sono i capelli: li lavo e non li asciugo perché non resisto a stare sotto il phon, cioè lo accendo solo per togliere quell'eccesso di umidità e poi li lascio asciugare all'aria. La cosa peggiore, però è che non riesco a farli stare in piega; è inutile passare mezz'ora a stirarli con la piastra, tanta fatica e tempo poi il sudore rovina qualsiasi piega, così di solito in estate io ho sempre il "look Maga Magò". A fine primavera avevo realizzato un taglio corto sfumato, con la speranza di acconciarlo facilmente all'arrivo dell'estate, e invece adesso sembro solo più personaggio manga. Se la pettinatura è una "mission impossible" il trucco non è da meno. D'estate proprio non riesco a truccarmi. Quest'anno ho cambiato cosmetici ed ho acquistato un fondotinta con una texture molto leggera, che copre le imperfezioni senza appesantire la pelle, ed una cipria simile che completa il maquillage, ma adesso è impossibile usarli. Se metto il fondotinta mi sembra che la pelle non respiri e il sudore lo lava via, se uso la cipria, pur essendo più leggera, sparisce ugualmente: insomma, c'è il rischio effetto "maschera di carnevale". Il trucco degli occhi è un altro problema; nessun ombretto regge a lungo, meglio una linea sottile con la matita sulla rima superiore della palpebra e un po' di mascara, poco anche quello se no impasta le ciglia. E il rossetto? Non sopporto nemmeno quello, ma lo metto ugualmente, appena un velo, altrimenti le labbra si inaridiscono con il sole. Preferibilmente uso i gloss, il loro lucido si abbina al sudore della faccia, o i rossetti chiari che, anche se sbavano o spariscono, non fanno sembrare il viso come se il trucco fosse lasciato a metà. Ormai ho preso l'abitudine a non truccarmi, ma mi secca tanto, specie se devo uscire per impegni importanti; non sopporto avere un aspetto scialbo. Purtroppo il sudore rovina qualsiasi trucco e non c'è prodotto che tenga ai rivoli gocciolanti sulla fronte e sulle tempie: tutto di scioglie come neve al sole. Paragone inadatto, visto che siamo d'estate.
Sono riuscita nuovamente a trascorre due giorni nella mia casa di campagna e, anche se le temperature erano torride, ho goduto di un po' di pace e tranquillità. Finalmente ho potuto occuparmi ancora una volta del mio roseto che, dopo la potatura della mia precedente visita, mi ha regalato un'esplosione di fiori ... secchi. Eh sì, quando sono arrivata nel mio giardino le rose erano già tutte seccate e così ho dovuto di nuovo rimuovere i fiori secchi e bagnarle abbondantemente. So già che appena andata via tutti i boccioli chiusi si apriranno e ne verranno fuori di nuovi, ma io purtroppo non sarò lì a vederli. Sono riuscita fotografare ben poco delle mie rose e avrei voluto tanto fotografare quelle bianche, ma al momento non c'era nemmeno un bocciolo aperto. Spero nella prossima volta.
L'estate non è certo il momento dei fiori ma i vasi sono rigogliosi e mi auguro sopravvivano all'ondata di caldo di questi giorni. Li ho fotografati sulla scala che porta al fondo del giardino e quando dico fondo intendo proprio quello, perché oltre non si va: il giardino è piccolo. E' un posto abbastanza riparato e fortunatamente si sono adattati bene, anche se la scala di cemento con il sole diventa caldissima e irradia calore. Generalmente ho paura a scenderla, in quanto l'anno scorso avevo visto una biscia che ci strisciava vicino e mi sono spaventata a morte, da allora sto solo sulla cima e guardo dall'alto, tanto i vasi li bagno con la pompa.
E' il primo anno che riesco a fotografare i frutti del mio acero. Non saprei dire se la loro presenza è legata al periodo giusto di maturazione o se invece precedentemente non erano presenti in quanto la pianta era troppo giovane, ma loro gradevole vista meritava di essere immortalata. Ho sempre apprezzato questa pianta e spero che diventi alta ed ombrosa, ha una foglia di aspetto piacevole ed è l'unica pianta da ombra che ho in tutto il giardino.
I miei alberi da frutta in questo periodo sono carichi di frutti acerbi e mi auguro tra un po' di riuscire a raccogliere qualcosa. Purtroppo i frutti come ho detto debbono ancora maturare, questione di qualche settimana, ma il caldo eccessivo potrebbe rovinarli, cosicché, al momento opportuno, potrebbero essere marci o toccati dagli insetti. E' un'eventualità che è già successa negli anni passati; la siccità fa sì che insetti ed uccelli cerchino sollievo nei frutti in quanto non c'è acqua in giro; in questo modo, però, il raccolto resta compromesso, tanto che mi è capitato di non poter raccogliere niente e di ritrovarmi con le piante pulite. In questo momento la cosa si sta verificando soprattutto con le piante da fico: i fichi neri sono praticamente spariti, mangiati da uccelli, vespe e calabroni; ho ancora qualche speranza con i fichi bianchi, ma il ronzio che ho riscontrato sulla pianta non preannuncia niente di buono.
Quest'anno il mio papà ha provato di nuovo a fare un po' di orto e sono riuscita a fotografare una bella pianta di zucchini, che spero sia producente. Tutti gli anni ci prova, ma la siccità rovina ogni tentativo e la fatica fatta diventa deludente; questo clima così arido sta cambiando completamente la campagna, impedendo alle coltivazioni di prosperare. Persino negli orti in cui si bagna regolarmente il caldo brucia gli ortaggi. Anche l'arrivo di specie non autoctone, in particolar modo insetti, unito al clima sfavorevole è stato devastante. Intorno a me era pieno di vigneti, che nel tempo sono stati interamente distrutti da parassiti provenienti dall'estero, ora c'è solo un terribile incolto che ha fatto sparire anche le nostre piante.
L'ultimo sguardo al mio giardino va all'angolo di sottobosco, che si è sviluppato naturalmente ed è costituito da fragole selvatiche ed alchechengi. Non ho mai voluto alterare questo minuscolo microcosmo, che ricorda i boschi che circondano il mio appezzamento; in questa stagione produce frutti belli e buoni ed è l'angolo più selvatico che ci sia tra tante coltivazioni. Si è formato sotto l'albero di fico e il nocciolo e ogni anno prospera incontaminato, senza mai estendersi oltre e rinnovandosi semplicemente nel suo piccolo. E' un posto fresco e sarebbe anche gradevole starci vicino, se non ci fossero gli insetti ronzanti che si posano sui fichi e ti svolazzano intorno appena ti chini a fotografarlo. Un rapido scatto e via, prima che la vespa di turno si sia accorta della mia presenza.
L'ultima foto che chiude questa esposizione è dedicata al mio nuovo melo che, per la prima volta, sta dando frutti. Nel mio piccolo giardino c'era già una pianta di mele, ma adesso è troppo vecchia ed quasi tutta secca, probabilmente quest'autunno verrà tagliata perché è diventata un ricettacolo di calabroni. Mi dispiace tantissimo tagliarla, quel melo era una qualità antica che adesso non esiste più; produceva mele per l'inverno, piccolissime, dure, ma saporitissime. Per anni ha prodotto ceste di mele e adesso sta terminando la sua fase vegetativa. Nel mio giardino c'erano molte piante vecchie e adesso sono morte e sono state abbattute; ho ancora fatto in tempo a vederle: raccontavano la storia di quel piccolo fazzoletto di terra. Il mio papà le ha rimpiazzate poco alla volta, ma non è la stessa cosa: è una altra fase della storia. Il cambiamento del clima è stato decisivo sui vecchi alberi e ne ha determinato la scomparsa, ma io non sono sicura che i nuovi rimpiazzi siano altrettanto resistenti. Le giovani piante spesso muoiono prima ancora di aver superato qualche anno di vita e si dimostrano più resistenti le piante che non hanno specifica utilità; di questo passo sarà difficile trovare piante alimentari: o ci adattiamo a mangiare piante tossiche o non viviamo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.