Così come è finito l'anno precedente, ecco che inizia il successivo. Il Capodanno è volato via, consumato, o meglio bruciato, tra fuochi d'artificio e le solite feste; ed è più l'aspettativa che la festa in sé a creare quell'atmosfera di festeggiamento. Quest'anno, però, il Capodanno si è espresso con maggior contenimento. Temevo un frastuono incontrollabile di botti e il cielo inondato da fuochi d'artificio, invece, come per il Natale meno ricco di luci, anche il Capodanno è stato più parsimonioso. Dalla finestra di casa assisto ogni 31 dicembre allo spettacolo pirotecnico di fine anno e questa volta di fuochi d'artificio ne ho visti ben pochi e nel giro di dieci minuti il cielo è tornato buio ed è calato il silenzio. Da giorni la televisione annuncia la proibizione di botti cittadini e mostra le immagini di innumerevoli sequestri di materiale illegale di fuochi artificiali, sarà forse quello o la diminuzione dello spirito festaiolo ma sta di fatto che si è registrato un Capodanno più tranquillo. Da parte mia, tutta la mia festa si è risolta con una fetta di panettone e un bicchiere di spumante dolce consumato con la mia famiglia, fatta eccezione dei miei genitori ancora malati, e sinceramente ne sono contenta: la semplicità si rivela sempre vincente.
Nella notte di Capodanno è iniziato a piovere, una pioggerellina sottile che ha subito creato tanta umidità, ma la mattina dopo tutto il bagnato era già asciutto e nel pomeriggio è spuntato il sole. Un inizio d'anno all'insegna ancora della siccità. Questo clima così soleggiato è talmente anomalo da far rimpiangere il vero inverno. Tutte queste giornate così luminose fanno sentire l'assenza del riposo, un po' come quando si vuole dormire e c'è sempre la luce accesa. Se da un lato il bel tempo favorisce gli spostamenti, dall'altro viene a noia e l'arrivo della primavera non è più atteso con trepidazione. Sin da piccola non mi piaceva l'inverno e mi immaginavo un tempo di eterna estate, ma adesso che sono adulta e che sto vivendo un clima del genere mi rendo conto dell'assurdità di quel desiderio.
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