Benvenuti/Welcome in Sogni senza Tempo

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venerdì 8 settembre 2017

Un progetto

Dopo fatica e lunghe attese, la casa di mia figlia è diventata abitabile e lei finalmente si è trasferita. Per me è stato un sollievo :)  Niente più malumori per i lavori che andavano a rilento, niente più attese per i mobili che arrivavano a scaglioni, solo l'inizio di una nuova vita per una giovane coppia. Questo  trasferimento ha segnato anche per me  un nuovo inizio, cioè il progetto di cambiare aspetto alla mia sala da pranzo, che verrà trasformata in un  comodo salotto, con meno mobili e più facile da tenere in ordine. Da alcune settimane ho però ampliato il progetto iniziale ed ho  cominciato un lavoro di vaglio degli arredi su  vasta scala; così ho iniziato a prendere in esame tutte le cose di  casa, aprendo  anche di armadi e cassetti,  buttando via quello che non voglio più tenere, partendo  dalle carabattole per arrivare a divani e poltrone. Le prime borse di  roba inutile sono già state smaltite, ma mi rendo  conto che il lavoro è lungo  e faticoso: non credevo  di  aver accumulato  così  tanto ciarpame. Con l'aiuto di mio marito ho riassettato interamente la cucina, facendo  sparire le pentole inutilizzate e i  vecchi piatti, ho persino  fatto la cernita della dispensa alimentare e trovata una nuova collocazione. Sembra una follia, invece il senso  di  benessere che si  prova riordinando e smaltendo è impagabile. Mia figlia, per motivi  di lavoro,  non ha ancora portato via tutte le sue cose e io non vedo l'ora che anche quelle spariscano  del  tutto. Per lei significa semplicemente appropriarsi  di  ciò che è  suo, per me significa spazio in più. Infatti, la camera dei miei  figli è già stata riconvertita a studio  per  mio  marito, anche se sono stati  mantenuti intatti i letti per permettere loro di  ritornare quando  vogliono: sempre figli  sono e quando  tornano certo noi  non li mandiamo  via :D Ogni  giorno  che passa scopro che c'è  qualcosa da eliminare e la casa sta diventando  sempre più grande; mi ero dimenticata di  quanto  fosse spaziosa. Ricordo i primi giorni in cui ero  venuta ad abitare in questa casa e che era quasi  vuota perché mi  ero  trasferita da un alloggio  più piccolo; non avevo  mobili sufficienti per arredarla, ero senza cucina e non c'era nemmeno un divano su cui  sedersi ma solo qualche sedia. L'arrivo  dei  figli l'ha riempita in un attimo e la loro partenza l'ha svuotata, ma riguardo  questo fatto ho l'impressione che sia stato un po' come quando  si  fa un picnic: ci sono le cartacce da pulire. Attualmente, anche a causa dei miei problemi  di  salute, le mie esigenze, ma anche quelle di mio  marito, sono cambiate e necessariamente la casa deve cambiare insieme a noi. Ritengo  che l'ambiente in cui  si  vive deve rispecchiare non solo il gusto delle persone che lo  abitano, ma anche le loro necessità ed essere un posto in cui  si sta bene e si  è contenti di  viverci. Il primo grande cambiamento che ho  fatto in casa è stato  fatto anni fa, quando ho cambiato la camera da letto; i mobili scelti erano completamente diversi dai precedenti come stile, ma c'era anche un cambiamento anche nella funzionalità. Un armadio più severo e più ordinato, capace di  contenere comodamente abiti e biancheria,  e un letto più alto, da cui è più facile scendere quando  si ha mal di  schiena, hanno sottolineato che qualcosa nella mia scelta era stato determinato da nuovi  fattori. Anche quando ho cambiato la cucina funzionalità  e razionalità sono state dominanti; ampi cassetti e ampi vani hanno sostituito la serie di  mobiletti piccini che, anche se erano  graziosi, mi obbligavano a più passaggi nelle operazioni di  cucina. Adesso basta aprire un solo cassetto o una sola anta per avere tutto sott'occhio e a portata di  mano. Ora, sulla scia del cambiamento, sono arrivata a modificare la parte più importante della casa: quella living. Ho sempre avuto una sala da pranzo antica ed importante, che ha visto  festeggiare tutti i battesimi, le comunioni e le cresime dei  miei figli e che è stata il punto  focale di  tanti pranzi natalizi e pasquali:  tutte cose che appartengono  al passato;  i figli  sono adulti e i famigliari o sono mancati o  troppo anziani per presenziare alle feste e, dal momento che io non me la sento più di fare grandi preparativi, è  il momento di  mandare in pensione un mobilio che non serve più. Anche se questi vecchi mobili sono un'eredità di mia zia, hanno servito con onore e mi hanno accompagnata in momenti belli della vita, ma non servono più. La vita va avanti con nuove sfide ed è  necessario adeguarsi.

Questa settimana, dopo lunghi giorni passati nella paura, sono finalmente andata dal dentista. Si era rotto in dente del giudizio, molto malandato e già  riparato in precedenza, e il verdetto della prima visita dentistica era stato: estrazione :o Quando è  giunto il momento della fatidica operazione ho trascorso una notte d'incubo e poi mi sono recata a quello che per me era un patibolo. Non appena il chirurgo ha visto la mia cartella clinica ha scosso la testa: togliere un dente del giudizio non è mai semplice, ma, non appena ho aperto bocca, il colpo di  scena: una limatina alla vecchia amalgama e via a casa. Quando  sono uscita dallo studio, mi sono quasi  sciolta per l'allentamento della tensione; non riuscivo  a credere di  averla scampata. Purtroppo l'estrazione è  stata solo rimandata, se il dente darà in futuro fastidi, sarà da togliere senza eccezione. Io però spero di morire prima.


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