Dopo fatica e lunghe attese, la casa di mia figlia è diventata abitabile e lei finalmente si è trasferita. Per me è stato un sollievo :) Niente più malumori per i lavori che andavano a rilento, niente più attese per i mobili che arrivavano a scaglioni, solo l'inizio di una nuova vita per una giovane coppia. Questo trasferimento ha segnato anche per me un nuovo inizio, cioè il progetto di cambiare aspetto alla mia sala da pranzo, che verrà trasformata in un comodo salotto, con meno mobili e più facile da tenere in ordine. Da alcune settimane ho però ampliato il progetto iniziale ed ho cominciato un lavoro di vaglio degli arredi su vasta scala; così ho iniziato a prendere in esame tutte le cose di casa, aprendo anche di armadi e cassetti, buttando via quello che non voglio più tenere, partendo dalle carabattole per arrivare a divani e poltrone. Le prime borse di roba inutile sono già state smaltite, ma mi rendo conto che il lavoro è lungo e faticoso: non credevo di aver accumulato così tanto ciarpame. Con l'aiuto di mio marito ho riassettato interamente la cucina, facendo sparire le pentole inutilizzate e i vecchi piatti, ho persino fatto la cernita della dispensa alimentare e trovata una nuova collocazione. Sembra una follia, invece il senso di benessere che si prova riordinando e smaltendo è impagabile. Mia figlia, per motivi di lavoro, non ha ancora portato via tutte le sue cose e io non vedo l'ora che anche quelle spariscano del tutto. Per lei significa semplicemente appropriarsi di ciò che è suo, per me significa spazio in più. Infatti, la camera dei miei figli è già stata riconvertita a studio per mio marito, anche se sono stati mantenuti intatti i letti per permettere loro di ritornare quando vogliono: sempre figli sono e quando tornano certo noi non li mandiamo via :D Ogni giorno che passa scopro che c'è qualcosa da eliminare e la casa sta diventando sempre più grande; mi ero dimenticata di quanto fosse spaziosa. Ricordo i primi giorni in cui ero venuta ad abitare in questa casa e che era quasi vuota perché mi ero trasferita da un alloggio più piccolo; non avevo mobili sufficienti per arredarla, ero senza cucina e non c'era nemmeno un divano su cui sedersi ma solo qualche sedia. L'arrivo dei figli l'ha riempita in un attimo e la loro partenza l'ha svuotata, ma riguardo questo fatto ho l'impressione che sia stato un po' come quando si fa un picnic: ci sono le cartacce da pulire. Attualmente, anche a causa dei miei problemi di salute, le mie esigenze, ma anche quelle di mio marito, sono cambiate e necessariamente la casa deve cambiare insieme a noi. Ritengo che l'ambiente in cui si vive deve rispecchiare non solo il gusto delle persone che lo abitano, ma anche le loro necessità ed essere un posto in cui si sta bene e si è contenti di viverci. Il primo grande cambiamento che ho fatto in casa è stato fatto anni fa, quando ho cambiato la camera da letto; i mobili scelti erano completamente diversi dai precedenti come stile, ma c'era anche un cambiamento anche nella funzionalità. Un armadio più severo e più ordinato, capace di contenere comodamente abiti e biancheria, e un letto più alto, da cui è più facile scendere quando si ha mal di schiena, hanno sottolineato che qualcosa nella mia scelta era stato determinato da nuovi fattori. Anche quando ho cambiato la cucina funzionalità e razionalità sono state dominanti; ampi cassetti e ampi vani hanno sostituito la serie di mobiletti piccini che, anche se erano graziosi, mi obbligavano a più passaggi nelle operazioni di cucina. Adesso basta aprire un solo cassetto o una sola anta per avere tutto sott'occhio e a portata di mano. Ora, sulla scia del cambiamento, sono arrivata a modificare la parte più importante della casa: quella living. Ho sempre avuto una sala da pranzo antica ed importante, che ha visto festeggiare tutti i battesimi, le comunioni e le cresime dei miei figli e che è stata il punto focale di tanti pranzi natalizi e pasquali: tutte cose che appartengono al passato; i figli sono adulti e i famigliari o sono mancati o troppo anziani per presenziare alle feste e, dal momento che io non me la sento più di fare grandi preparativi, è il momento di mandare in pensione un mobilio che non serve più. Anche se questi vecchi mobili sono un'eredità di mia zia, hanno servito con onore e mi hanno accompagnata in momenti belli della vita, ma non servono più. La vita va avanti con nuove sfide ed è necessario adeguarsi.
Questa settimana, dopo lunghi giorni passati nella paura, sono finalmente andata dal dentista. Si era rotto in dente del giudizio, molto malandato e già riparato in precedenza, e il verdetto della prima visita dentistica era stato: estrazione :o Quando è giunto il momento della fatidica operazione ho trascorso una notte d'incubo e poi mi sono recata a quello che per me era un patibolo. Non appena il chirurgo ha visto la mia cartella clinica ha scosso la testa: togliere un dente del giudizio non è mai semplice, ma, non appena ho aperto bocca, il colpo di scena: una limatina alla vecchia amalgama e via a casa. Quando sono uscita dallo studio, mi sono quasi sciolta per l'allentamento della tensione; non riuscivo a credere di averla scampata. Purtroppo l'estrazione è stata solo rimandata, se il dente darà in futuro fastidi, sarà da togliere senza eccezione. Io però spero di morire prima.
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