Benvenuti/Welcome in Sogni senza Tempo

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lunedì 26 agosto 2013

La mia vacanza




Sembra il titolo  di  un tema da scuola elementare, ma quest’anno, dopo tanto  tempo, ho trascorso una vacanza davvero serena e soddisfacente, che ricordo con piacere. Sono anni e anni che non trascorro più le mie ferie al mare , ma poco  me ne importa; non amo più il caos, la gente e la vita da spiaggia, sono  ormai  cose del passato. Sono  diventata schiva e refrattaria al contatto umano, prediligo  la tranquillità e il silenzio oppure la compagnia di persone tranquille e ben educate, anche se la compagnia che preferisco è sempre quella di mio  marito.

La vacanza estiva di quest’anno l’ho  trascorsa nella mia casa di  campagna, sulla collina, immersa nel verde e nella tranquillità, lontano  dalla folla umana ma non da quella animale. Ero infatti circondata da insetti, lucertole ed uccelli, rumorosi e alle volte fastidiosi, ma mai quanto la specie umana. Questa primavera ho fatto recintare la mia casetta e l’ho fatta dipingere di un bel giallo allegro, con gli  scuri e le porte esterne in verde bambù. E’ diventata un angolino tranquillo in cui posso aggirarmi indisturbata e coltivare le mie piante, così che in questi giorni ho imparato  a riconoscere gli angoli del mio possedimento, che prima ignoravo perché precedentemente dispersi con i terreni dei miei confinati. Ho persino imparato a riconoscere i territori dei miei coinquilini: la zona del ramarro verde-marrone sotto il susino, quella della mantide nella siepe di  bosso, la ragnatela del ragno nero a strisce gialle poco  sopra la menta, i favi  dei terribili calabroni nel vecchio  e cadente melo. E le lucertole? Quelle sono  dappertutto. Si arrampicano  ogni dove, si rincorrono, cacciano  insetti e si  fermano a guardarti per nulla intimorite, anzi incuriosite dalla presenza umana, poi scappano appena ti muovi.



Coricata sulla mia sdraio potevo alzare gli occhi  al cielo e vederlo di un azzurro cupo, che sfumava al  chiaro verso  l’orizzonte; oppure punteggiato di  nuvole dalle forme bizzarre, dense o lievi, appena accennate o gonfie di pioggia. Di giorno la volta celeste mi  appariva immensa e sconfinata, di notte di un nero profondo, costellata di lontani puntini  luminosi. Per tutto il periodo  della vacanza c’è stata la luna piena e la sua luminosità era addirittura accecante. Una notte, in cui non riuscivo  a prender sonno, ho potuto ammirare il mio fazzoletto di  terra illuminato dalla luce lunare quasi fosse giorno, tanto era intensa. Potevo scorgere ben delineati gli  alberi, i cespugli  e i fiori, le sedie e il tavolo sotto il gazebo; tutto era immobile, nemmeno una foglia si  muoveva, tutto era fisso  sotto quella luce, irreale e pur tangibile, immoto e senza tempo. Ne ero  affascinata.
Nelle ore diurne, specie al mattino, udivo i fischi  e i cinguettii dei piccoli uccelli canori, in tarda mattinata quelli dei gruccioni che si posavano sull’altissimo pioppo del mio vicino; passato il mezzogiorno udivo gli stridii dei falchi  e delle poiane e, guardando in alto, potevo vedere i loro voli in cerchio, descrivere ampie e instancabili volute. Solo nel pomeriggio arrivavano le gazze e le cornacchie grigie, accompagnate dal consueto picchio verde, che si posava e pasteggiava sul mio albero di  fichi, infine, verso  sera, il cielo si riempiva di  garruli rondoni in cerca di insetti.



La notte era il regno dei grilli e dei voli silenziosi di pipistrelli, gufi e civette ma anche di altri animali, che facevano la loro apparizione proprio in quel momento. Ho avuto una piccola avventura da brivido un giorno, al crepuscolo: un incontro ravvicinato con i cinghiali. Dopo la cena consumata all’aperto mi aggiravo oziosamente intorno alla recinzione di  casa, quando da dietro la siepe di bosso ho udito un sordo grugnito. Sulle prime ho pensato di  essermi ingannata e di aver udito un rumore sconosciuto, ma al secondo  grugnito sono scappata in casa e corsa alla finestra del piano  superiore. Da lì, ho potuto poi vedere la fugace comparsa di  due cinghiali  e udire i loro rumori, mentre devastavano l’orto del mio vicino  di  casa. Il tutto è durato pochi  minuti, poi le bestie si  sono  allontanate, invisibili e silenziose, così come erano  arrivate. Ho avuto un tuffo  al cuore, un po’ per la paura e un po’ per la curiosità. Sapevo che i boschi  delle colline di fronte alla mia erano popolate dai cinghiali, ma non avevo visto altro che sporadiche tracce nei  tempi passati e lontane dalla mia casa; questa volta, però, era diverso: erano lì, a trenta metri dalla recinzione. So anche che, celati dall’intenso  fogliame boschivo, ci sono caprioli, volpi e tassi e anche loro si muovono furtivi  nelle ore notturne e dalle colline di  fronte arrivano  fino  alle propaggini  di  casa mia, ma di loro non ho avuto conferma visiva.

Ho trascorso, nel frattempo, le mie giornate a raccogliere le nocciole, che quotidianamente cadevano dal mio unico  nocciolo, e ad innaffiare la siepe di  bosso ancora in crescita, le altre piante, i vasi di basilico e di timo e i cespugli  fioriti e non. La mia è stata una vita piuttosto agreste, anche se, da cittadina incallita, mi sono portata dietro la playstation e il lettore dvd per vedere i film, dal momento che col digitale terrestre ho perso la connessione televisiva. La cosa più bella della vacanza è stata la lontananza dallo stress della quotidianità, dei vicini  rumorosi e maleducati e degli impegni; ho  affrontato altre difficoltà e fatto i lavori legati alla terra, ma sono stata felice insieme a mio marito.



Tutte le immagini  contengono  foto da me scattate, nel mio giardino.




                                                                                     

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